Stagionalità


STAGIONALITÀ DI SETTEMBRE
Verdure: aglio, barbabietola, basilico, bieta da coste e da taglio, bietola, broccolo, carota, cavolo cappuccio, cavolo verza, cetriolo, cicoria bianca, rossa, verde e bionda, cicoria catalogna, orchidea rossa e puntarelle, cipolla, costa, erba medica, fagiolo borlotto nano e rampicante, fagiolino, finocchio, fungo, grano saraceno, indivia riccia, lattuga romana, rossa e dei ghiacci, maggiorana, mais, melanzana, mentuccia, patata, peperone, pomodoro, porro, radicchio, rapa, riso, rucola, scorzonera, sedano, sedano rapa, seme di girasole, seme di lino, seme di sesamo, soia, spinacio, zucca, zucchina ibrida chiara e scura.
Pesce: acciuga, alice, calamaro, cefalo muggine, dentice, gattuccio, mazzancolla, moscardino, ombrina, orata, pannocchia, pesce spada, ricciola, rombo chiodato, sarago, sardina, seppia, sogliola, spigola, tonno rosso, triglia, vongola verace.
Frutta: anguria, arachide, banana, cachi, cocomero, fico, fico d'india, limone, lampone, mandorla, mela, melagrana, melone, mora, nocciola, pera, pesca, pistacchio, prugna, uva.

venerdì 4 marzo 2011

La squadra

Non voglio certo parlare di disegno tecnico o geometria, tanto meno della serie tv. Sto solo pensando da qualche giorno alle gare cui ho partecipato con la mia società, tralasciando il lato puramente tecnico e prestazionale per soffermarmi su quello più umano ed emotivo.
Ci siamo trovati per gareggiare finalizzando le prestazioni singole alla prestazione del gruppo, a faticare e lottare per un obiettivo comune cui ognuno di noi ha portato qualcosa, e poco o tanto che fosse è stato comunque prezioso. Non c'eravamo solo noi per correre, c'era chi rappresentava la società, chi tifava, chi aiutava, chi sosteneva il morale, rispondendo ai dubbi o alimentando le chiacchiere per allentare la tensione. 
C'era un senso comune di appartenenza, lottando per le posizioni in gara come se tutti fossimo in lizza per la vittoria, perché un sorpasso può voler dire una classifica di squadra migliore o peggiore, sia che tu sia primo o centosessantottesimo. Lotti. E chi non correva era lungo il percorso a tifare: ti sentivi chiamare, ti sentivi trainare, in qualche modo ci si sentiva importanti, per noi stessi e per gli altri.
È questo lato educativo dello sport che mi ha colpito, questa mescolanza di agonismo cruento, sostegno ai compagni di squadra, rispetto dell'avversario, calcoli dei punti, dare il massimo ad ogni costo, non mollare un cm se non allo stremo, usare i talenti personali per un obiettivo comune, credendoci, provandoci. E in una società come quella in cui viviamo, sempre più egoista, furba ed individualista, a me è sembrata davvero una gran cosa.

5 commenti:

GIAN CARLO ha detto...

Società furba ed individualista ???
Facciamola finita, abbiamo un grande premier e con lui ogni giorno si va uniti verso il domani.

Vado bene ?
Sono da rinchiudere ?

Unknown ha detto...

Ti dirò la verità, mi manca molto il periodo in cui facevo parte di una squadra. Bei tempi, quelli...

Albe che corre ha detto...

Far parte di un gruppo il cui comune obiettivo viene raggiunto grazie alla fatica quotidiana, che è uquale per tutti qualunque sia il valere di ciascun atleta, crea un legame che va oltre la competizione e poi ci si confida anche sui problemi quotidiani sicuri di esseree compresi!

Anonimo ha detto...

purtroppo il nostro sport è molto "individualistico"..però esperienze come i CDS o le staffette ti fanno veramente sentire parte di una "squadra".. a prescindere dal risultato..

arirun ha detto...

Quando si organizzano staffette o gare a punteggio di squadra mi sento troppo responsabilizzato..se sbaglio la gara preferisco non coinvolgere anche gli altri nelle mia"sconfitta"e cerco di non partecipare discorso diverso per i rapporti sinceri tra sportivi rivali!