Stagionalità


STAGIONALITÀ DI SETTEMBRE
Verdure: aglio, barbabietola, basilico, bieta da coste e da taglio, bietola, broccolo, carota, cavolo cappuccio, cavolo verza, cetriolo, cicoria bianca, rossa, verde e bionda, cicoria catalogna, orchidea rossa e puntarelle, cipolla, costa, erba medica, fagiolo borlotto nano e rampicante, fagiolino, finocchio, fungo, grano saraceno, indivia riccia, lattuga romana, rossa e dei ghiacci, maggiorana, mais, melanzana, mentuccia, patata, peperone, pomodoro, porro, radicchio, rapa, riso, rucola, scorzonera, sedano, sedano rapa, seme di girasole, seme di lino, seme di sesamo, soia, spinacio, zucca, zucchina ibrida chiara e scura.
Pesce: acciuga, alice, calamaro, cefalo muggine, dentice, gattuccio, mazzancolla, moscardino, ombrina, orata, pannocchia, pesce spada, ricciola, rombo chiodato, sarago, sardina, seppia, sogliola, spigola, tonno rosso, triglia, vongola verace.
Frutta: anguria, arachide, banana, cachi, cocomero, fico, fico d'india, limone, lampone, mandorla, mela, melagrana, melone, mora, nocciola, pera, pesca, pistacchio, prugna, uva.

lunedì 31 gennaio 2011

Oltre i numeri

Se lo sport non fosse permeato di emozioni e di sensazioni, forse non avrebbe la forza di esistere, se non per qualche fanatico. Quando sono proprio le emozioni e le sensazioni a prendere il sopravvento, quando la fatica, i freddi numeri dei km, dei tempi, della velocità passano in secondo piano, quando quello che stai vivendo va' oltre il loro scorrere ecco, in quel momento la corsa (o lo sport in genere) non è più solo importante, diventa prezioso, ricco. 
La corsa diventa il filo conduttore delle emozioni, dello scambio emotivo tra te e chi corre con te, o tra te e chi ti è legato tramite la corsa.
E' stato un weekend così, iniziato giovedì sera con uno scambio di mail e messaggi importanti con un caro amico, conosciuto tramite la corsa; proseguito poi con un allenamento duro sabato mattina insieme a Simo; con Chiara che ormai è la nostra fotografa ufficiale, e coach Silvio in bici.

L'allenamento era di quelli che ti "preoccupano" un po' prima di farlo, ti devi concentrare e affrontarlo deciso, con determinazione. 
Io e Simo dovevamo aiutarci, non solo a farlo e finirlo, ma a farlo bene. Ne è venuta fuori una bella mattina, fatta di fatica, di sorrisi, di incitamenti, di consigli da parte di Silvio.
Una condivisione, per citare quanto scritto da Simo, di "questo piacere fatto di sacrifici, difficoltà ma anche tante soddisfazioni, all'interno di una crescita continua sia come atleti che come esseri umani"Parole che rendono esattamente l'idea.


Qualche foto e commento in più li trovate anche sul blog di Simo


venerdì 28 gennaio 2011

Scritto oggi?

Mi consenta Internazionale, per questa volta, di postare l'editoriale di apertura. Grazie, ne vale la pena.

Indifferenza
“L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all’intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all’iniziativa dei pochi che operano, quanto all’indifferenza, all’assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Dei fatti maturano nell’ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa”.
Antonio Gramsci, 11 febbraio 1917

Per "sfogliare" Internazionale, se vi interessa, cliccate qui

giovedì 27 gennaio 2011

Ultimi acquisti e Top Five n.1

Questa mattina passo da Koala Sport, hanno appena aperto, dopo aver rinnovato e ampliato lo storico negozio. Bello, luminoso, spazioso. Visto che c'ero e che non ero passato solo per salutare i due soci, mi sono dedicato all'acquisto di un paio di A3. Ora sto usando le Adidas Response Cushion 19. Mi trovo bene, senza dubbio, non è il solito scarpone da lento, ma volevo anche provare le Saucony Jazz di cui tanto bene ho letto da Frank e Kikko (mi pare), e confrontarmi ancora con le Supernova Glide, sempre Adidas.
Non c'p niente da fare, la scarpa che mi fascia di più e la Response dell'Adidas, la Jazz resta comunque appena più larga, mentre la Glide è comunque più rigida nell'avampiede. Ok, acquisto. Mentre curioso tra le scarpe esposte mi cade l'occhio (a caso vero?) sulle Boston, le mie preferite A2 dell'Adidas, blu elettrico o verde aggressivo. Non riesco nemmeno a pensare che mi scappa un "Angelo, non è che hai il 10,5 di queste? Quelle blu". Ecco, secondo acquisto. Non sono urgenti, ma l'ultima volta il mio numero non c'era mai e così mi sono premunito per questa primavera. 
Esco soddisfatto e in auto penso "ma, in tutti questi anni, quali sono le scarpe che mi sono piaciute di più?" Una sorta di Top Five in stile Alta Fedeltà (uno dei miei film e libri preferiti di sempre, del resto, la musica...). Faccio una classifica a sensazione: quelle che ho sentito più mie, che mi hanno fatto correre bene, con sensibilità, dandomi un aiuto, facendosi "dimenticare" ai piedi. Ci penso, ecco la mia top five:

1ª class: Adidas Adizero Boston (A2) A furor di popolo, il quinto paio acquistato stamattina la nomina, di diritto, scarpa migliore. Una A2 perfetta per mezza e maratona (il PB a Firenze l'ho fatto con loro, e senza unghie nere...), ma che sa farsi apprezzare anche nelle distanze corte e lavori ripetuti.

2ª class: Adidas Adizero Adios (A1) Delle superleggere che mi calzano come un guanto, reattive senza essere troppo secche, anzi, quasi stupiscono nell'ammortizzamento. 5k e 10k sono il loro pane, dalla mezza in su la loro leggerezza combinata col mio peso farebbe danni. 

3ª class: Nike Air Max (A3) A cavallo tra gli anni 80 e 90 ho avuto l'infatuazione per le Nike, per il loro effetto materasso. Perchè? Boh, ora non lo sopporto. Ma le prime Air Max erano un paradiso nei lunghi: comode, flessibili, anche abbastanza reattive nell'avampiede. Due o tre paia le ho avute.

4ª class: Saucony Siren (A1) Se non ricordo male era la fine degli anni 80 o inizio 90, delle scarpe da gara strepitose, bianche e rosse, filanti, battute come sensazioni solo dalle Adios. Improvvisamente la Saucony decise di non farle più, gettandomi nello sconforto.

5ª class: Adidas Response Cushion 17 (A3) Meglio riuscite delle ultime 19 che, pur molto valide, non danno le stesse sensazioni di queste A3 reattive, leggere, protettive. Ma come capita ogni tanto, le nuove versioni sembrano peggiorare un prodotto anzichè migliorarlo.

Non è pubblicità, è un gioco, soprattutto un giocare tra i ricordi. Ognuno di noi ha i suoi marchi preferiti, generalmente è il piede che comanda! Buone corse

mercoledì 26 gennaio 2011

Il pregiudizio



Marlene Kuntz - Il pregiudizio
Amico: questo è il meglio che ho di me
Fai che ti sia possibile credere
che forse non è come la dicono
gli stupidi e gli emuli
Amico: il meglio è in ciò che io dico a te
e non ti serve altro per credere
se non la volontà di comprendere,
serena ed equanime
il pregiudizio è una limitatezza inevitabile
il pregiudizio è una debolezza inesauribile
Amico: quel che importa è riflettere
per relativizzarsi e intendere
le ragioni di chi si giudica…
giudica…giudica…
il pregiudizio è una limitatezza inevitabile
il pregiudizio è una debolezza inesauribile

martedì 25 gennaio 2011

Un'iniziativa, secondo me, un po' così...

Dunque, è partita questa nuova iniziativa (di cui vedete il logo/banner qui sotto), dopo il "metti un finocchio a cena", e questa volta mi sento affine o solidale solo in parte. Chiarisco subito. Non sopporto il maltrattamento delle donne, non sopporto la loro mercificazione, credo fermamente che, reciprocamente, si possa imparare molto dalle donne come dagli uomini, sempre che ci si sforzi di uscire dai soliti luoghi comuni.. Siamo diversi, lo saremo sempre, pregi e difetti compresi. Io almeno dalle donne ho sempre avuto molto.

Questa iniziativa però va' oltre la difesa delle donne.

Per quanto mi abbia rattristato, sebbene poco interessato (perchè dove il premier infili il suo pisello a me non interessa), non riesco a vedere le donne coinvolte nell'ennesimo scivolone abissale del Mr.B come vittime. Anzi, secondo me non lo sono. Nel senso che non sono ragazze costrette con la forza a fare quel che fanno o hanno fatto, o forse hanno fatto. Per quanto non credo sia piacevole la frequentazione sessuale di certi personaggi, mi pare che queste ragazze ci abbiano visto o abbiano fiutato un ritorno, che fosse economico, o di favori o chissà cos'altro. Non ho letto da nessuna parte che queste ragazze siano state portate lì con la forza.

Trovo invece di clamoroso cattivo gusto che usino sempre una donna nuda per vendere. Due chiappe per piazzare un'auto, due tette per un telefonino, un bel corpo per qualcosa che con quel corpo non ha niente a che fare... ecco, per questo si che protesterei! Questo si che è denigrare le donne! E per questo, stranamente e una volta tanto, il caro Mr.B pur malato di sesso, non è l'unico colpevole.

Si sta utilizzando tutto il possibile, a ragione o torto, con l'unico fine dell'antiberlusconismo. Sarei contento di non vederlo più al Governo, contentissimo, non l'ho mai sopportato, ma davvero per decretare la sua fine l'unica via è l'antiberlusconismo assoluto, cieco e sordo? Non potrebbero essere forse dei progetti, delle idee, delle iniziative, delle visioni del mondo, delle speranze diverse e concrete da quelle che propone lui? C'è già cascato il Pd in questo tranello, tant'è che non sanno nemmeno più loro cosa devono fare, cosa pensare. Non sanno proporre, non sanno immaginare, solo litigare per le primarie e per chi metterà il culetto santo sulla poltrona pregiata.

Ma i problemi restano dove sono e le donne restano, pur con i loro pregi e valori, dove sono.

L'iniziativa è questa, è ovviamente lecito pensarla diversamente da me.

                                   

lunedì 24 gennaio 2011

Ottimo lavoro nel gelo novarese

La notte di sabato ho dormito molto bene, dopo la giornata passata alle Terme di Premia. Le piscine di acqua calda sorgiva e il centro benessere, mi hanno affaticato e rilassato il giusto per un'ottima dormita. Così, ieri mattina, la sveglia alle 7 non è stata maledetta come al solito. Colazione, procedure varie e alle 7,30 esco per indirizzarmi a Casalbeltrame, per la Mezza di San Gaudenzio.
Come esco di casa per andare a prendere l'auto sento un inizio di congelamento, ma che freddo fa? L'auto ben presto indicherà, poco prima del casello un sano -8°, e qui la maledizione ci sta. Considerando che poco prima si è bruciata la luce anabbagliante e poco dopo, appena arrivato il loco, la macchinetta del caffè mi "sgraffigna" i soldi senza darmi l'agognata bevanda... pessimo inizio.
Il programma prevede di correre la mezza come un medio (circa), a 4'/4'05" al km. Dovrei correrla con Simo e, se c'è, il Keniano Albino. Ho qualche dubbio sulla mia tenuta, al 15° km si valuterà il da farsi, fin lì mi auguro che di problemi non ce ne siano. Non sono teso nè nervoso (caffè mancato a parte), si scherza un pochino col buon Capasso (come da sua foto), un po' di riscaldamento, qualche allungo ed è ora di partire. Mi trovo imbottigliato a una decina di metri dal via, perdo di vista sia Simo che il Keniano, se già avevo iniziato male, proseguo sulla stessa scia.
Fa freddo, circa -3° alla partenza, ma i 12kg di crema riscaldante, messa anche sui piedi e mani, prima del riscaldamento fanno il loro effetto. Nonostante il traffico iniziale parto subito giusto passando a 4'05" al primo km, mi sento bene, corro con buona facilità e i km si susseguono tra 3'55" e 4' di media. Di Simo e il keniano nessuna traccia. Arrivo al 5°km in 19'46", sempre bene e avanti un 150m scorgo la sagoma di Simo... ma a quanto è partita sto fenomeno?!?! Sicuro voleva mettersi alla prova, scalpita per il rientro ai suoi livelli abituali ma ci vuole ancora un po' di pazienza. 
Non forzo per andarla a prendere, tengo il mio ritmo. Le sensazioni sono sempre buone, i km passano velocemente, scambio qualche chiacchiera con un bolognese che prepara la 100km e una maratona a 2h45'. Non sento il bisogno dei ristori e così sarà fino al traguardo. Arriva il 10° in 39'41", prendo Simo al 12°km e sta già correndo "corta", le dico di attaccarsi e lo fa per 500m, poi la partenza un po' veloce chiede il conto e rallenta un pochino, senza mollare. Si è formato un gruppetto di 5/6 persone con cui andiamo a prendere un po' di persone davanti a noi. 15° km in 59'43", preciso, e le gambe girano ancora che è un piacere. 
Il bolognese finisce il suo lavoro e rallenta un po', qualcuno aumenta, qualcuno cede e mi ritrovo da solo. Verso il 18° sento un pochino di stanchezza muscolare, il fiato va benone, ma del resto è la prima mezza da maggio 2010 e lavori specifici non ne ho fatti. Il ritmo resta costante e per pensare ad altro, dato che sono sul filo, provo a stare sotto l'1h24'. 
Passo al 20° in 1h19'37", 23" sotto la media dei 4' e 1h24' precisi finali. Aumento un po' seguendo la corrente e chiudo in un ottimo 1h23'49" a 3'58" di media. Stanco ma non provato. Per essere iniziata male questa gara è finita benissimo! E così, quella birra artigianale con cui scherzavo in foto me la sono pure comprata! Non una ma tre bottiglie, metti che è buona davvero...

venerdì 21 gennaio 2011

Il dado è tratto


Ci siamo, l'iscrizione c'è, il volo anche, l'hotel pure, di soldi rispetto alle agenzie ne ho risparmiati un bel po'...

Grande mela, mi dovrai portare al PB, oserò tanto ma mi devi aiutare, altrimenti che grande mela sei?

mercoledì 19 gennaio 2011

Competitivo?

Quante volte mi sono sentito definire "ma tu sei troppo competitivo", oppure ho sentito definire l'agonismo come qualcosa di assolutamente negativo. Ma perché? Da dove nasce questa diffidenza, questa ostilità verso la competizione.
Viviamo in una società che vive di competizione, che ci "costringe" a confrontarci e competere quotidianamente quasi per ogni cosa. E lo si fa per abitudine, per necessità, per obbligo, quasi senza rendersene conto da tanto ne siamo assuefatti. Non vuoi competere in gara, ma lo fai in ufficio per una possibile carriera, o aumento o promozione, e lo fai in maniera ancora più aspra! Sto generalizzando ovviamente. Ognuno di noi fa storia a sé, riporto però quello che vedo nel mio ambiente di lavoro e, in genere, in una città sempre di fretta e competitiva come Milano. Fretta per cosa poi, non si sa, ma fretta.
Mi colpisce molto la visione della competizione come esclusivamente negativa. Può essere vissuta male, quello si, ma non è la competizione a esserlo, è una questione personale e/o di educazione allo sport. Almeno io la vedo così. Perché mi piace competere? E soprattutto, come mi piace competere? Per chiarire subito, la competizione di cui parlerò è riferita alla gara, allo sport che vivo con passione, non alla vita in genere; è riferita a quella manciata di minuti o ore di gara, niente di più.
Mi piace competere perché mi diverte, perché il confronto leale e sincero mi alletta e stimola. Mi piace competere perché so che mi costringerà a dare il meglio di me, per sentirmi bene con me stesso. Mi piace competere con gli altri perché li posso "usare" per costringermi a dare il 100%, anche se quel 100% vuol dire pessima gara. Mi piace competere perché dura giusto il momento tra lo sparo del via e il traguardo finale; nel mezzo non ci sono "amici", si gareggia e gli amici ti diverti a batterli (se puoi) o provi a farlo. Prima e dopo la gara gli amici sono gli amici, e basta. Mi piace competere per l'adrenalina che provo, per come mi sento elettrizzato se corro bene o depresso e incazzoso se le cose vanno male, le due facce della stessa medaglia. Mi piace perché me la posso prendere solo con me stesso. Mi piace competere perché quelli davanti sono uno stimolo a migliorarmi, e migliorarsi e crescere nella vita, è un carburante nobile.
Mi piace gareggiare lealmente, imparando da subito che c'è vittoria e sconfitta, che quello che ti batte di regola è più forte (non disonesto, perché per fortuna raramente lo è). Mi piace che la sconfitta diventi, presto, la molla per fare meglio, la via per fortificarsi. Mi piace che la vittoria ti faccia stare bene, ma che già dalla volta dopo parti sulla stessa riga degli altri, e a rivincere ci devi riuscire. Mi piace, anche se non sempre riesco, sprintare e giocarmela fino all'ultimo centimetro; e una volta finito la pacca data o ricevuta dall'avversario del momento, ha un significato profondo, leale, sincero. 
Mi piace competere perché faccio fatica, perché a volte vado ad allenarmi anche quando non ne ho voglia, anche quando fa freddo, piove, nevica, fa caldo, è buio oppure ho sonno perché tolgo il tempo al dormire. Mi piace competere perché i sogni sono e rendono vivi. Quante volte mi sono immaginato vincere qualcosa di glorioso, di importante... un sogno appunto. E tutti questi sacrifici e questi sogni mi piace incanalarli in gara, e lì dare il meglio che posso, sempre, vada come vada.
Sinceramente in queste motivazioni, seppur estremamente personali, non ci vedo nulla di negativo. Perché la molla non è arrivare primo a tutti i costi, (anche se ci si prova ovviamente), la molla è dare il 100% in ogni frangente. Se lo hai fatto, non hai nulla da rimproverarti, sono stati semplicemente più forti e bravi di te, in quel momento. Questo per me è lo sport, e continuo a praticarlo da più di vent'anni proprio perché è così, anche se la si può vedere in maniera diversa. Come perdere e dare sempre la colpa a qualcun altro, o pensare che per forza abbia barato, o incolpare l'arbitro o chissà cos'altro... ma è un altro discorso. E voi, siete competitivi?

lunedì 17 gennaio 2011

Finalmente una bella campestre

Secondo giro
Oooh posso iniziare un post senza lamentarmi, sennò poi mi sgridano. Gran bella gara sabato a Cameri, bellissimo percorso, clima di merda, ho corso molto bene, mi sono piazzato degnamente, non ho vinto niente... insomma, la gara ideale! Ironia a parte è stato davvero un bel cross. 
3ª e penultima tappa del "Poker del Cross Novarese" a Villa Picchetta, una manciata di km fuori Cameri nel Parco del Ticino. Nebbia senza alcun cedimento, freddo, percorso bellissimo nei boschi: un sentierino stretto tra gli alberi, su e giù, ricco di curve e contro curve che mi galvanizza, a completare l'anello da 2,3km circa, due rettilinei e una bella salitella impegnativa. Il terreno è morbido ma non cedevole, non c'è fango e permette di correre bene, in totale quasi 7km di campestre.
Manca qualche volto noto, mancano i miei compagni di squadra ma mi viene poi in mente che ci sono i campionati assoluti. Non mancano però quelli forti. Cerco di scaldarmi bene facendo, ben coperto, un giro del percorso. Mi piace subito e la cosa mi elettrizza, nonostante l'elevato carico settimanale sento che le gambe non sono così pesanti e sale la fiducia. Pantaloncini, canotta, infilo le chiodate e via, pronti.
Alle 15:30 si parte, c'è un leggero pianoro e si spinge da subito; provo a partire forte come chiesto dal coach, al cartello del 1°km passo in 3'41", davanti c'è un po' di gente ma non la solita folla. Nel bosco corro bene, mi piace quel tipo di percorso, i piedi reagiscono bene, le gambe girano, anche se istintivamente tendo a recuperare appena il primo km più veloce. Usciamo da bosco, mi passa il Cunazza (che conoscerò meglio il giro successivo), faccio la salita che mi porta alla fine del primo giro e, nonostante l'affanno della pendenza, sento che le gambe han voglia di correre, di spingere. E' strano, pensavo di pagare molto il lavoro di giovedì, ma se è così io le assecondo subito!
Io e il Cunazza (maglia grigia)
Inizio la progressione che durerà fino alla fine, sorpasso un po' di gente, mi riavvicino al Cunazza (senza sapere che è lui), spingo bene, le gambe girano, correre è un piacere. Vedo davanti a me la prima donna e compagna di squadra, la Gelsomino, Ahimè non riesco proprio ad avvicinarmi a lei, ma alle persone che inframezzano si.
Prima di uscire dal bosco sono dietro il Cunazza e sento dall'alto "dai Cunazzaaaaa!". Allora nel rettilineo mi affianco e gli dico "Ma sei tu il Cunazza amico di Pimpe?" "Si! E tu sei?" "Sono Oliver" "Ah ciao!" "Dai seguimi che andiamo a prendere quelli davanti" "eh..."... ma non reagisce come immaginavo, non mi segue. Ormai le conversazioni in gara stanno diventando un must.
Faccio la salita e con sorpresa la sento molto meno del primo giro, mi sento agguerrito, fiducioso; inizia l'ultimo giro, sorpasso ancora, l'ultimo sorpasso lo faccio appena all'ingresso del bosco, poi quelli davanti sono troppo distanti, difficilmente li raggiungerò. Qui nel bosco occorre attenzione ai doppiaggi, con la vista si sta attenti a dove si poggiano i piedi e la gente copre gli alberi alla vista, un sorpasso senza attenzione può voler dire abbracciare il tronco con i denti. Passo l'ultimo dicevo, che però non demorde e mi sta a una decina di metri, nel curva e contro curva riesco a vederlo.
La volata
Si esce dal bosco, mancano più o meno 500m. Io aumento, devo prendere vantaggio prima della salita perché lì so che soffrirò, ma non demorde. Arriva l'ultima salita, spingo ma sento che un pochino mi sto impiantando. Ultimi 100m, aumento ma ci metto un po' a riprendere il giro delle gambe ancora gonfie dalla salita, mi affianca, reagisco e inizia la volata. Nessuno dei due cede e nessuno dei due riesce a prevalere. Patty era lì, magari può fare da testimone.
In pratica eravamo pari, a sensazione ero davanti io, i giudici hanno messo lui, il distacco l'hanno fatto i peli del petto probabilmente, che non ho. Poco importa, 20° o 21° non mi fa vincere niente lo stesso. Mi sono piaciuto molto, per come ho corso, per la "spavalderia", per aver aggredito la corsa e non subita, e anche per la volata, per aver reagito. In totale 21° su 270, 8° di categoria. Una corsa che dà una carica enorme.

sabato 15 gennaio 2011

Non è solo questione di gusto

A me piace il buon cibo, il buon vino, mi piacciono le cose buone e soprattutto condividerle con le persone cui voglio bene. Non le condividessi saebbero buone la metà, forse anche meno. Ora però questa notizia mi lascia senza parole. Non si dice forse, non siamo forse, il Paese che per uscire dalla crisi deve puntare sulla qualità? E probabilmente ne avrebbe tutte le caratteristiche?


venerdì 14 gennaio 2011

Qualche novità mentre si carica e si gareggia

La "montagnetta" a Milano
Iniziano a definirsi, concretamente, gli obiettivi per la prossima primavera e i programmi di allenamento si adeguano, non mancano le sorprese nei programmi, e solo io so quanto le amo. E' un periodo di carico intenso, come si leggerà più sotto, di fatica fisica e nervosa. A volte gli allenamenti sono anche questo: test di approccio mentale, non esclusivamente fisico.
Ieri ad esempio il lavoro dei 7x1000 leggermente collinari l'ho davvero patito fisicamente, ma ho retto di testa e ne sono contento. L'allenamento era anche gravato dai lavori di domenica e martedì, che avevo assorbito solo in parte ovviamente. Mi ha molto aiutato la compagnia del Puma (che correva al 75% mentre io al 90%...). In pratica lo inseguivo, ansimavo, facevo versi ma cercavo in ogni modo di portare a casa questi benedetti mille. 
Poco importa se i tempi non sono stati quelli indicati, il percorso era difficile, con una salitella decisa ai 300m e sterrato e un pochino fangoso il resto. L'importante era finire l'allenamento, più lento magari ma finirlo. 
Perchè il meccanismo che si scatena poi, lo conosciamo più o meno tutti: è il senso di colpa. In fondo sappiamo che lo si poteva fare, anche se eravamo stanchi, perché non c'erano infortuni incombenti o malanni, era solo la testa che diceva "dai, smetti, chi te lo fa fare..." e se ci caschi subentra quel sottofondo fastidioso della colpa. L'ho provato più volte. Questa volta invece sono contento di me, quasi galvanizzato.
Domani al cross non sarò certo fresco ma poco importa, non è lì la gara su cui puntare, rientrerà nel novero degli allenamenti. I due appuntamenti primaverili principali saranno le due mezze maratone: Scarpa d'Oro a Vigevano il 20 marzo e Mezza di Borgomanero il 10 aprile, dove cercherò di frantumare il vecchio PB di 18 anni fa: 1h19'33". 
Ma non mancano le sorprese! Già perchè credevo di chiudere i cross alla 5 Mulini, che voglio correre bene ma che è comunque ben oltre le mie possibilità (come il Campaccio), e invece lasocietà mi ha invitato a correre i Campionati di Società di Cross a Fossano... a me? Il fatto è che sono tesserato in una società di atleti fortissimi, non ce n'è uno che possa minimamente avvicinare. Vero che nei CdS si gareggia per la squadra, ma io temo di combattere coi denti per non arrivare ultimo! Comunque, l'esperienza mi alletta e in fondo mi fa piacere, vorrà dire che tiferò per i miei compagni di squadra col sudore, sperando di raggiungere la qualificazione sia nel cross lungo che in quello corto (dove correrò io).
L'altra novità è l'intenzione, su idea di Simo, di partecipare ai Campionati Europei Master, sulla mezza o 10k. Si terranno nel nord della Francia, in Lorena vicino al Lussemburgo, il 13 maggio. Obiettivo numero uno fare bene, vincere qualcosa è impossibile ma già gareggiare lì sarebbe qualcosa di indimenticabile. Tra l'altro, la partecipazione è aperta, non richiede minimi, ci si iscrive tramite la Fidal nazionale, caso mai qualcuno fosse interessato.
Insomma, carne al fuoco ce n'è, voglia anche, motivazione tantissima, non resta che provarci, no?

Questa la mia ultima settimana:
Dom 6km tranquillo + 4x2000 collinari a 7'20" rec 500m in 2'10" (i 2000 fatti in 7'35" di media, i 500 in 2'12")
Lun Palestra + 10km tranquilli (10km a 4'45")
Mar 2km risc + 2x4200 collinari in montagnetta, allegri ma uguali + 5' def. (i 4200 in 18'45" e 17'28", uguali insomma...)
Mer 10km 10km a 4’20”/4’30” (10km a 4'17")
Gio  Risc + 4km a 4'15" rec 2' + 7x1000 a 3'35" rec 1'30" (4km a 4'20" e i mille, morendo, intorno a 3'43" di media)
Ven Riposo
Sab Gara Cross Poker Novarese a Cameri 
Dom 12km collinari 4’20”/4’30”

giovedì 13 gennaio 2011

Buoni allenamenti e foto

In questi giorni non riesco a scrivere, troppe cose accumulate, ma due righe e le foto del Campaccio le riesco a postare. E' un periodo di allenamenti intensi, le gambe stanno rispondendo bene; ho anche ricominciato ad andare in palestra dopo la pausa festiva. Oggi mi attendono i mille, precisamente: risc. + 4km a 4'15" + 7x1000 a 3'35" rec. 1'30"; dopo i 2000 di domenica scorsa e il collinare fatto con Simo e Daniele martedì, inframezzati da un paio di sedute da 10km a 4'20". Vediamo come vanno, anche se mi costeranno poca freschezza sabato a Cameri, alla campestre, ma l'obiettivo è crescere e correre bene sia alla 5 Mulini che ai CDS di Fossano.
Sarò più esaustivo nei prossimi giorni, intanto qualche immagine del Campaccio.






giovedì 6 gennaio 2011

Campaccio, ottimo inizio! Ma forse un po' così...

Foto d'archivio del Campaccio 2005
Anche questa l'ho corsa! Mi spiego, non per fare numero, intendo che sono riuscito a correre in un'altra delle corse più cariche di storia, territorio dei soli assoluti fino a pochissimi anni fa. E' un onore, te ne rendi conto quando arrivi che l'organizzazione è diversa, che l'aspettativa (tua, personale) cresce, vuoi far bene, vuoi correre bene perché, già dal ritiro pettorali, vedi un sacco di gente che va' forte, molto più forte di te (almeno nel mio caso).
Arrivo a San Giorgio su Legnano che saranno le 8, non è ancora completamente giorno, fa freddo, ho sonno e bisogno di un caffè. Vedo subito Lucky (ancora più mattiniero di me), tranquillo e sorridente, due chiacchiere, ritiro il pettorale, bevo il mio agognato caffè, vedo il Puma, Costinha, il gruppone dell'Euroatletica e tanti altri che conosco di vista. Arriva Silvio con Luisa, arrivano Simo e Chiara. L'ambiente si popola e si elettrizza. Il parterre di fotografi è al gran completo: il mitico Capasso, Arturo Barbieri, Roberto Mandelli, Chiara, non manca nessuno insomma!
Mi scaldo per bene 20' buoni a 4'30" con gli ultimi 500m a 4' (indicazioni del coach), mi infilo le chiodate, qualche allungo e sono pronto, tensione giusta, non nervoso, ho voglia di partire e fare questi tre giri, forte. Via!
Lo so già come sono queste gare di livello, per quanto io voglia partire forte davanti a me c'è un universo di gente. Ma va beh, ci sta. Il terreno è duro dal gelo, i chiodi in alcuni punti stentano a entrare (sarebbero stati meglio poco più corti), il ritmo mi sembra elevato tanto che ho subito bisogno di respirare. Poco prima del mille arrivano 3 dossi consecutivi che hanno il loro perché, soprattutto nel terzo giro, si formano gruppetti di 5-6 persone che si disgregano e riformano continuamente. Sfioro subito una rissa con un cretino che taglia continuamente la strada, che mi costringe in una curva a piazzarmi davanti a lui con la spalla per spingerlo largo. Mi guarda e mi chiede "ma che ca.. fai?" e io "che ca... tagli la strada?" "ma vaff..." "ma vacag..." e via, dopo 500m mentre imperterrito continua a tagliare la strada fa una discussione ancora più accesa con quello davanti a me. Lo sorpassiamo e non lo vedremo più.
Dopo i dossi c'è il tratto con curve e contro curve che ci riporta nello stadio, alla fine del giro. Forse sono partito un po' troppo allegro e alla fine del giro sono un po' in debito, passo ai 2km in 7'45", vedo davanti a me Costinha che allunga un pochino e non riesco a riprenderlo, mi raggiunge il Puma che è rimasto attardato in partenza, ma è di un'altra categoria e se ne va'.
Inizio a sentire la fatica sui dossi, cerco di scuotermi, di non pensare e fare andare le gambe, ma questo tratto con dossi e curve mi mette in difficoltà. Silvio urla "avanti la testa! giù le spalle!", cerco di mettere in pratica, entro nello stadio, sono contento che manchi solo il terzo e ultimo giro. Passo ai 4km in 15'20", vorrei cambiare passo, dare tutto, incrementare, ma sono piantato sulle gambe e cerco di tenere. Sui dossi vengo sorpassato, è il momento di crisi peggiore, arrivano le curve, Silvio urla, urla Luisa, urla un po' di gente che non capisco minimamente cosa dicano né chi siano. Finiscono le curve, mancano tre rettilinei prima del traguardo, nella testa reagisco andando a prendere quelli davanti e resistendo a quelli che sento arrivare da dietro, in pratica non è proprio così. Sull'ultima curva mi sorpassa uno, arriva il rettilineo finale e resisto finalmente ad un altro sorpasso. E' finita!
Il crono indica 23'11" per i 6000 metri di gara, la fatica è tanta, mi sono classificato 78° su 230 arrivati...
Correre in gare così è sempre bello, il livello è alto, la gara importante, il confronto con gli altri è sincero, diretto e impietoso, il giudice più giusto che ci sia. E insomma, sono contento, anche se mi sarebbe piaciuto correrla diversamente, non vincerla o piazzarmi non scherziamo, semplicemente comandando la mia corsa senza subirla, come a volte invece mi capita in gara. Il motivo non mi è chiaro, la testa c'entra sicuro, ne parlerò con coach Silvio. Poi settimana prossima riprendo la palestra che, con le festività, sto saltando da quasi tre settimane, anche quello fa.
Sono contento invece che tra i cavalli di razza stia rientrando in piena efficienza Simo, indomita e combattente runner di qualità. E' tornata dalla Silvestre Vallecana carica come una molla, e oggi ha piazzato un bel 4° posto assoluto nella gara master femminile, complimenti! Quando la qualità c'è, serve solo il tempo per tirarla a lucido.
Oh, ma c'è anche una fantastica notizia! Il primo degli assoluti, Ebuya, campione del mondo in carica di cross, mi ha dato solo 5 minuti! Solo 5! Ah faceva 4km in più? Ah...

mercoledì 5 gennaio 2011

Ci siamo, si comincia!

Inizia un nuovo anno di corse, l'ennesimo a dire il vero, e questa volta lo battezzerò correndo il cross del Campaccio, a San Giorgio su Legnano. E' uno dei cross storici, importanti, ed è la mia prima volta in questa gara. 
Non sono teso, il livello sarà alto e mi assesterò su posizioni di media classifica, magari poco più su. Ma ho seria intenzione di giocarmela e divertirmi, questo nonostante si preveda neve e -2° alla partenza.
Nei prossimi giorni il resoconto dell'ibernazione... ops, scusate.. del cross.