Stagionalità


STAGIONALITÀ DI SETTEMBRE
Verdure: aglio, barbabietola, basilico, bieta da coste e da taglio, bietola, broccolo, carota, cavolo cappuccio, cavolo verza, cetriolo, cicoria bianca, rossa, verde e bionda, cicoria catalogna, orchidea rossa e puntarelle, cipolla, costa, erba medica, fagiolo borlotto nano e rampicante, fagiolino, finocchio, fungo, grano saraceno, indivia riccia, lattuga romana, rossa e dei ghiacci, maggiorana, mais, melanzana, mentuccia, patata, peperone, pomodoro, porro, radicchio, rapa, riso, rucola, scorzonera, sedano, sedano rapa, seme di girasole, seme di lino, seme di sesamo, soia, spinacio, zucca, zucchina ibrida chiara e scura.
Pesce: acciuga, alice, calamaro, cefalo muggine, dentice, gattuccio, mazzancolla, moscardino, ombrina, orata, pannocchia, pesce spada, ricciola, rombo chiodato, sarago, sardina, seppia, sogliola, spigola, tonno rosso, triglia, vongola verace.
Frutta: anguria, arachide, banana, cachi, cocomero, fico, fico d'india, limone, lampone, mandorla, mela, melagrana, melone, mora, nocciola, pera, pesca, pistacchio, prugna, uva.

martedì 31 maggio 2011

1983 Violent Femmes

Che album, lo ascolto ancora con costanza e riverenza. Chitarra, basso acustico, rullante e spazzole, voce e niente di più (tranne qualche piccola chicca), non serve poi molto per fare un grande disco.

lunedì 30 maggio 2011

Speranza

La tanto attesa tranvata è arrivata, finalmente a Milano e in altre città un segnale è stato dato. Forte, deciso. Bene. Ma è solo l'inizio, almeno è l'inizio della mia speranza e, forse, di tanti altri. Già perchè il messaggio è stato chiaro: ci avete rotto i maroni, non siamo stupidi, non siamo bifolchi e ignoranti come ci volete far apparire e come, d'altro canto, siete voi, le vostre campagne elettorali fatte di insulti, paura, minacce inesistenti hanno stufato, basta, è ora di cambiare.
La gente comune, di destra e sinistra l'ha espresso chiaramente. Ripeto, destra e sinistra. Cambiare è possibile, a volte doveroso (indipendentemente dalla fazione politica) e la speranza che nutro è che, finalmente, si torni a fare politica, a fare qualcosa in generale per uscire dalla paralisi, per scuotere il torpore cerebrale che sembra aver trovato casa tra i nostri politici, non so da quanti anni, sicuramente troppi.
Il segnale c'è stato, forte e preciso, spero che i nuovi eletti lo colgano spazzando via tutte le vaccate che ho letto e ascoltato in questi giorni, da zingaropoli ai rifuiti, ai comunisti alle multe condonate ecc ecc ecc. E se non coglieranno il segnale peggio per loro, sarà tempo di cambiare un'altra volta, il voto sulla fiducia sono stufo di regalarlo.

mercoledì 25 maggio 2011

"Mr. Oliver, tear down that wall"

Ieri sera, prima del 3000 mi sono detto questa frase, riprendendo quella famosa di Reagan a Gorbaciov: "butti giù quel muro" parlando, ovviamente, di quello di Berlino. Il mio muro era il 10'30" finale, cioè 3'30" di media, ci giro intorno da troppo tempo, sempre per pochi secondi, dai 3000m in su quel 3'30" al km non vuol cadere. La serata era quella buona, soprattutto dopo il 10'36", su sterrato e collinare, del giovedì prima. I verdetti finali sono tre: 
- il muro è finalmente caduto, di poco ma è giù
- la mia voglia di gare come queste, di chilometraggi non superiori a 10km è cresciuta a dismisura, dopo la maratona il mio 2012 sarà dedicato solo a quello
- Simo è tornata a correre egregiamente dopo un anno di rincorsa dagli infortuni, d'ora in poi per starle davanti dovrò sudare sette camicie e non sempre basterà. Non poteva esserci stimolo migliore
La cronaca. Ieri sera sulla mitica pista dell'Arena di Milano, si correvano i campionati sociali della storica società milanese del Road Runners Club, su distanze e prove varie. Hanno deciso, gentilmente, di invitare alla partecipazione anche runners di altre società, e così le gare si sono ravvivate parecchio, soprattutto il 3000 che vedeva ben 50 partecipanti al via, divisi in tre batterie. Io sono nella prima, con Simo, Paola, il mitico Barletta, Stivanello ed altri, circa 15 partenti.
Sono quasi le 21, fa molto caldo e la pista sembra un forno, il riscaldamento mi fa sentire gambe vuote e svogliatezza, spero siano i soliti segnali contrastanti ma i dubbi rimangono. Scaramanticamente indosso per la prima volta le mie Adidas Adios rosse, le ho da un po' ma aspettavo di archiviare quelle giallo fluo. Queste ultime però non riescono ad infrangere quel muro e così via, si cambia. Qualche allungo secco, qualche risata prima del via e si parte.
Il ritmo è buono da subito, cerco di controllarmi, non voglio guardare il crono seguendo l'istinto e le sensazioni. Barletta, Stivanello e altri 5 partono subito forte, io, Simo qualche altro siamo appena dietro. Al secondo giro si forma il buco tra me e quello davanti, non riesco a tenerlo, salterei per aria, restiamo in tre. Simo continua a tamponarmi, scalpita evidentemente, infatti poco prima del 1000 passa avanti. Cedo alla tentazione (unica volta) di guardare il crono che segna 3'27" al 1°km, tra me e Simo c'è uno del Montestella che, dopo 400m, inizia a perdere Simo creando il buco.
E' un treno, quello di Simo, che non voglio perdere, spinge bene, sarebbe un suicidio restare da solo. Passo ai 1500 in 5'11" urla il coach, sono meno di 10m dietro di lei. Gli altri sono ormai troppo avanti. Poco dopo arriva un po' di crisi, non voglio mollare ma mi imballo un po', perdo un'altra decina di metri ma resto agganciato con le unghie. Arriva il 2000, ultimo km, cerco di reagire. Non sto correndo bene, le gambe sono slegate dal busto, sicuro corro eretto anzichè avanti, ma mi sento comunque un po' scoordinato, poco fluido. Cerco solo di non mollare il treno davanti.
Non so se cala lei o miglioro io, ai 400 finali torno a poco meno di dieci metri e qui, chi è nato sulla pista fa la differenza. Al passaggio dal traguardo tifano, chiamano, Simo scorge la mia ombra che è attaccata e inizia ad allungare. Io reggo ma sono al limite. Ai 200 da buona mezzofondista parte, io ci provo ma è come passare da 3'30" al km a 3'29"8, impercettibile. Il rettilineo finale va appena meglio, arrivo 15-20metri dietro, stoppo il crono e mi butto per terra a prendere fiato. Guardo, 10'27", 3'29" di media, ecchecc...!! Allora non è stata una faticata inutile! Arriva anche Paola che, in una gara non sua piazza comunque un ottimo 10'43".
Soddisfazione, pacche, complimenti, è stata una bella gara, e per non aver minimamente preparato un 3000 sono proprio contento. C'è da lavorare ma la base di partenza è buona, nei due 5000 in programma a giugno ci si può divertire. Da domani si comincia.

martedì 24 maggio 2011

Verso l'estate

Il post Europei è stato caratterizato da un mucchio di impegni e voglia di relax. Dopo la mezza mi sono riposato tre giorni interi, senza correre nè fare ginnastica. Un po' la gara, un po' la stanchezza del viaggio, un po' gli impegni e il lavoro han fatto si che, come desiderio più grande, ci fosse lo stop. Ed è servito!
Almeno fisicamente è servito eccome, ho fatto più fatica con la testa, sono rimasto svogliato e pigro, non da me. Così giovedì scorso ho partecipato, per darmi una svegliata, ad una garetta in pausa pranzo al campo dove mi alleno, la Montagnetta. Un 3000 collinare e sterrato su e giù per la "muntagnèta", eravamo in tanti ed è stato piacevole. Soprattutto perchè ho piazzato un bel 10'36" in un percorso come quello, che sebbene più corto di un centinaio di metri ha significato una buona media. Anche inaspettata visto com'era andata la mezza. Mi ha svegliato.
Sabato 4km a 4'05"/10" e 6 da 400 in 1'23" recuperando 1'. Domenica una gara da ubriachi, con pochissima gente, organizzata da cani in centro a Borgomanero, che ha però avuto il pregio, suo malgrado, di mandarmi a premio visti gli esigui partecipanti. Ieri riposo e stasera un bel 3000 in pista all'Arena di Milano, grazie all'invito del gentilissimo Lucky, che correrò in compagnia degli ospitali amici del Road Runners Club di Milano (è la loro gara sociale) e anche di Simo, anche lei invitata. Sarà una bella gara, tirata e combattuta, che spero mi porti l'abbattimento di un muro che non vuole andare giù. Vedremo.
Sono già in clima estivo insomma, cercando lavori veloci, impegnativi e divertenti per combattere il gran caldo che è arrivato, qualche gara serale e l'obiettivo principale di fare due bei 5000. Il primo su strada a Prato Sesia, l'11 giugno, mentre l'altro in pista a Brugherio il 29 giugno. Si chiuderà con la classica Gamba d'Oro di Santa Cristina il 10 luglio, un divertimento che da anni mi apre le porte alle vacanze estive. Rigenerazione fisica e psichica e, dal 1° agosto, inizia il viaggio verso la grande mela.
Nel mezzo di queste cose ci sono un ufficio a organico ridotto, lavori in casa, lavori fuori casa, impegni vari, il solito delirio insomma. Non mi resta che godere della gloriosa, intelligente, sagace, educata,.pacata e propositiva campagna elettorale per le amministrative milanesi. La mia cara città di origine. Che disastro, anche se a ben vedere porta con sè un vantaggio, se mai la Moratti dovesse perdere (ma dubito), mi godrei lo spettacolo di una resa dei conti interna senza quartiere. Del resto è già pronta ad esplodere, basta solo l'input giusto. Buone corse.

lunedì 16 maggio 2011

European Veterans Athletic Championship Non Stadia 2011 - Thionville

Il pettorale, identico per fronte e retro
Si può essere contenti per una gara andata, se non male, sicuramente non bene? Si, eccome!
Questo mi sono portato a casa: un weekend bello, emozionante, a tratti quasi comico. Quando ti ritrovi a gareggiare, a battagliare con pettorali che portano le bandiere di: Italia, Germania, Portogallo, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Danimarca, Norvegia, Svezia, Belgio, Olanda, Gran Bretagna, Irlanda, Ucraina, Russia, Spagna, Svizzera, Austria, Ungheria, che sono quelli che ho visto, magari altri mi sono scappati, beh ti senti parte di qualcosa di grande. 
Poco importa se non sei un assoluto, se non gareggi per una medaglia importante che entrerà nella storia, se fai un tempo mediocre; quando te la giochi con atleti che portano le canotte e i colori di altre nazioni, che ti vogliono arrivare davanti ad ogni costo, ti sembra di essere nelle gare che vedi in tv, e ti diverti come un bambino!
Mi ricordo i cognomi strani; mi ricordo le bandiere sui pettorali (uno davanti e uno dietro); mi ricordo una partenza rilassata; mi ricordo la russa, la spagnola e l'irlandese che mi hanno sorpassato; mi ricordo il tedesco che, vedendomi in piena crisi al 17° km mi ha dato una pacca sulla spalla dicendomi, con forte accento: "dai Olifiero, solo qvattro chilometri" e se ne va; mi ricordo il sessantenne ucraino con cui ho battagliato per tutta la gara, e che mi ha battuto; mi ricordo che ogni persona che c'era sul percorso applaudiva, chiamava, incitava; mi ricordo gli "allez!" "bravò!" "alè Italia!" "forsa italia!"; mi ricordo tanti, ma tanti over 45, 50, 60, 65 disposti a mettersi in gioco, a divertirsi, a gareggiare, a tenersi in forma.
Il pass
Ecco, io questo mi porto a casa, con il piccolo dispiacere di non essere andato nei giorni prima (ma non si poteva, il lavoro comanda a volte), per vedere e tifare nelle altre gare, poter chiacchierare con altri atleti stranieri, scambiarsi opinioni, farsi due risate. Gli stranieri, molto più degli italiani (che lasciatemelo dire, ma quanto se la tirano in queste manifestazioni, manco fossero atleti professionisti, che tra l'altro se la tirano pure meno...) sono disposti alle chiacchiere, ai saluti, ai sorrisi. E non pensate, c'è di tutto, ma il livello è tutt'altro che basso, con il mio miglior tempo sulla mezza sarei arrivato 25° nella mia categoria M40. Ma anche questo poco importa, di tutto il ritorno emozionale che hai, il crono è una delle ultime cose. Veniamo alla gara. 
Partiamo sabato mattina, passo a prendere Simo (il suo post lo trovate qui) e Chiara alle 8, si arriva a Thionville dopo circa 8 ore di viaggio. Ritiriamo i pettorali e verso le 18,30 ci godiamo una meritata birra, seduti all'aperto in un bar del centro. Una volta chiusi i negozi la città si vuota, il centro sembra abbandonato. Ceniamo e alle 21,30 sono in camera. La stanchezza si sente, ma ho voglia di partecipare, di correre con la canotta azzurra con scritto ITA, di vedere com'è, di provare qualcosa di diverso. Attacco il pettorale, sistemo tutto per l'indomani e mi metto a nanna.
Domenica mattina. Il clima è imprevedibile, si alternano nubi minacciose, gocce di pioggia, sole, vento. Decido di correre con la maglia intima sotto la canotta. L'atmosfera non è tesa, è anzi curiosa. Ci scaldiamo io e Simo, incrociando tute e maglie di altre nazioni. Alle 9,55 siamo pronti per partire, praticamente davanti, dove però non c'è la ressa cui siamo abituati in Italia. Mancano 3 minuti, inizia a piovere... ma no cazz... Via! Smette pure di piovere, e inizio a pensare al ritmo gara che voglio tenere a 3'50". Dopo il 3'43" del primo km mi regolo e mi assesto su 3'52"/53". Non riesco a scendere sotto, non sono molto sciolto, la mia corsa è un po' farraginosa, come se corressi sempre in leggerissima salita. 
Io e Simo alla partenza
Simo è davanti poco meno di 100 metri. A volte sorpasso, altre vengo sorpassato. Ci sono molte canottiere francesi e tedesche ma ad un certo punto mi affianca un signore, un ucraino M60, con cui ingaggerò una gara nella gara. Ci siamo sorpassati a vicenda non so quante volte nel corso dei km. Si corre lungo la Mosella, passano i km, al 5° 19'17" (3'51"), in media ma spero migliori. Va avanti così fino all'8° km, quando scorgo Simo che corre ciondolando col passo corto, segno di un po' crisi. La raggiungo poco dopo il 10°km, dove passo in 38'40" circa, già fuori media; ma non è quello a preoccuparmi quanto il fatto che sto correndo male, troppo di forza, senza agilità, troppo dispendioso il ritmo che sto tenendo.
"Com'è Simo?" "Eh, sono un po' in crisi" "Bene, a me sembra di correre sempre in leggera salita". Questo il breve colloquio tra me e Simo quando la raggiungo, nessuno dei due sta bene, veniamo sorpassati da un gruppetto di circa 8 persone, tra cui 3 italiani. Non ci agganciamo, ed è un errore. Mi pento della scelta, ormai sono avanti 50m, provo ad andarli a prendere, Simo fatica a seguire. Verso il 13° km mi rendo conto di due cose: che non li raggiungerò mai e che sto sempre peggio.
Da web il percorso si prevedeva piatto, invece dall'11° km in poi è tutto fuorchè piatto. Non è un collinare pesante, le salite sono corribili, ma la mia stanchezza fa si che diventi tutto una sofferenza. Sono talmente frustrato che chiedo a uno sconosciuto di fianco a me: "ma non si scende mai in sto cazzo di paese?". Mi guarda e non risponde, poi va.
Al 15° ci sono Chiara e quelli del gruppo Montestella a fare il tifo, sono inaspettati, fanno piacere, caricano, dal loro tifo percepisco che Simo è indietro di poco più di 100m. Ma il bello deve ancora arrivare. Poco prima del 17° inizia un lungo viale in leggero saliscendi; le mie gambe sono sempre più pesanti, sono a spinta zero. Iniziano i pensieri stile "no, ancora 4km..."; poco dopo arriva il tedesco che mi batte sulla spalla, incita e se ne va, arriva il 18°km. Torno a guardare il cronometro, abbandonato nel mio oblio già dal 12°km, segna 1h12' e penso "vedi, se eri tra i primi a quest'ora eri già arrivato", ma non me ne fregava della posizione, volevo solo arrivare!!
Ultimi metri
Torniamo lungo il fiume, per riprendere i primi 2 km di percorso che diventano gli ultimi 2. Per 500m il vento soffia in faccia, contrario, deciso. Ho la tentazione di buttarmi nella Mosella e farla finita, resisto, poco dopo il 20°km mi raggiunge Simo, in "piena efficienza" anche lei. "Da tempo non prendevo una legnata così" le dico, "lascia stare" mi risponde. Ma il bello è che lo si dice comicamente, vien da riderci su. Conoscendo la reazione di coach Silvio mi dice, "dai, arriviamo per mano", "così giriamo la foto a Silvio" aggiungo io. 
Ultima curva, ci aspettiamo il gonfiabile ma non lo vediamo. "Ma dove cazzo è il traguardo?" dice Simo, lo vediamo, ci prendiamo la mano, braccia alzate, è finita! 1h25'32" circa (la classifica sul sito ancora non c'è). Io mi butterei per terra, sono stanchissimo. Simo, nonostante una gara non memorabile anche per lei, centra il terzo posto di categoria, medaglia di bronzo! Grande esordio Simo! Io è già un risultato se centro la porta del palazzetto per andare a cambiarmi...
Ci si riprende in fretta, la gara è andata com'è andata, ma nessuno dei due è giù. Si chiacchiera, si ride, si commenta. Alla fine ci siamo divertiti, nonostante la poca soddisfazione del tempo finale. Mi sono divertito nonostante abbia corso la mia peggior mezza proprio qui, agli Europei. Succede.
C'è il podio, con Simo sul gradino numero 3 delle MF35, l'inno tedesco che suona, gli applausi. Poco dopo Donatella Vinci sul gradino numero 2 delle MF45, con un ottimo 1h21'. E ci sono gli italiani che guardano, non applaudono, non tifano, non partecipano come se fossero estranei alla festa cui hanno preso parte. Peccato, si sarebbero divertiti molto di più.
Un'esperienza da rifare, assolutamente, ora che so cos'è e cosa mi ha dato. Provateci anche voi, perchè rinunciare ad emozionarsi mettendosi in gioco?

giovedì 12 maggio 2011

La paura

Con calma, quando avete tempo e voglia, dieci minuti di relax...




Ci si sente lunedì

mercoledì 11 maggio 2011

Conversazioni

Stamattina, dalla fisioterapista per un massaggio di scarico pro mezza.
- Ciao Lara
- Ciao, come vanno le tue gambe?
- Ho praticamente due pali al posto dei muscoli, soprattutto i polpacci, corro male.
Lettino, pancia in su, piego le gambe, sente il polpaccio
- madonna, ma cos'hai fatto con sti polpacci?
- ho fatto l'asino, sbagliando i carichi in palestra che ho sommato al collinare nello stesso giorno, con un lavoro veloce il giorno prima, involontariamente, ma venerdì ho rischiato una contrattura.
- bravo!
infila le dita nel polpaccio
- aaaaahhhhhhh azz porc che male!
- sono durissimi
- aa aaaahh aaahh ma cos'è che ho fatto?
- aspetta che quando ti giri a pancia in giù ti faccio morire
- bene, siamo a posto, aaahhahaa
tocca ai quadricipiti e al tensore
- ma anche qui! Ma non potevi stare attento? Hai due pietre!
contorcendomi
- si lo so, ma non è che l'ho fatto apposta aahaha mad... aaahh
dolore... mi giro a pancia in giù
- pronto?
- per cosa? ahahhaaahhhhhaaaaaaaaaaaaaa porca tr che male! ahhaaa  ahaaaah
- male?
- a volte la scossa mi arriva fino alla testa, uhhhhha aahhaaaaa
- normale
- sarà aaaaa hhahhaaaaaaaa, se mi torturassero io direi subito tutto! Confesso subito!
15 minuti di sofferenza, ardua
- vediamo i flessori
- mi sa che son messi male anche loro
- no dai, la parte peggiore sono i polpacci e il tensore
- ah beh
scendo, dal ginocchio in giù l'indolenzimento è notevole
- ce la fai? eri bello contratto, ma hai 4 giorni per smaltire, domenica sei a posto
- si lo so, ma come posso evitare di ridurmi così
- provare a equilibrare i carichi?
- bell'idea...

martedì 10 maggio 2011

Una bella domenica

Alcune giornate riescono speciali con "poco": sole, amicizia e buona compagnia, buon cibo, buon vino e anche la gara al mattino. Insomma, tutti gli ingredienti giusti. Domenica mattina a Santa Cristina di Borgomanero, nel mezzo degli oltre 400 partecipanti al giro lungo e ai 300 del minigiro, ci siamo anche io, Furio, Teo e Father. C'è anche Patty che fa da fotografa, spettatrice e baby sitter, c'è il "trippetta" (che peraltro assai poco corrisponde al nome), il bimbo di Furio, che corre il minigiro mentre il più piccolo lo attende all'arrivo. Ci troviamo lì, intorno alle 8,30, pronti più o meno a gareggiare tra le colline e i boschi di Santa.
Incontro finalmente anche Stefano con Mika e si fanno due chiacchiere, mi scaldo brevemente con Father, qualche allungo e mi posiziono davanti alla partenza, praticamente appena dietro Furio. Father e Teo li ho persi. Si parte e non c'è il solito ritmo assatanato, non si va piano ma nemmeno a 3' al km. Dopo 500m ce n'è uno in fuga inseguito dal solito Luciani (che poi vincerà), un po' di canotte Palzola, la maglia rosa di Furio, la canotta rossa e bianca del mio "rivale" Pasquale, che mi contende il premio di "primo di Santa Cristina" e io appena dietro. A essere sinceri sono io a contendere il premio a Pasquale, e pure inutilmente dato che è sempre arrivato davanti e, oggi, farà pure una gran gara piazzandosi settimo assoluto; onore a lui insomma.
Passano i primi tre km a buon ritmo, veleggio a occhio intorno alla ventesima posizione. Il ritmo è buono ma la facilità di corsa è lontana. Ho una corsa muscolare, troppo dispendiosa e oggi, in teoria, non vorrei spendere energie più dello stretto necessario a divertirmi. la gara importante sarà tra sette giorni. Circa al 3°km mi rendo conto che faremo una salita che io, quando corro a casa, evito come la peste: la salita asfaltata alla chiesetta di S.Alessandro. Saranno al massimo 200m, ma ripidi, ostici, correrci è una scommessa. E infatti, come il mio compagno di squadra Raffaele, cammino. Non ci penso minimamente a correre. Vado di passo fino in cima e riprendo la corsa. Mi sorpassano solo un paio di persone.
Da lì si sta tra il bosco e le vigne, il carico della settimana si fa sentire, ho la percezione di essere sempre e solo in salita. Furio non lo vedo più, a dire il vero quelli avanti a me si sono allontanati, Raffaele molla e io proseguo, cercando di ritrovare una corsa meno faticosa. Si esce dal bosco per un breve tratto asfaltato e si rientra con una discesa. Non ce n'è, non riesco proprio a ritrovare freschezza nemmeno in discesa, sono sempre più stanco. Ne prendo un paio che sono messi peggio di me, attraversiamo la "bagnuma" e si entra nei boschi dietro Cima.
Capisco di essere stanco perchè non trovo mai l'assetto di corsa, la traiettoria giusta. Salto di qui e di là nel sentiero senza mai trovare l'appoggio che vorrei. Nel frattempo immagino già da dove saliremo e infatti, dopo un breve tratto inizia il dislivello. Lo percorro correndo stavolta, maledicendo qualsiasi cosa ma correndo e ansimando versi, arrivo in cima e non devo avere un bell'aspetto perchè un signore mi guarda con aria interrogativa, io rispondo "me la ricordavo più corta...". Si scende e si risale poco dopo uscendo nei prati di Cima. 
C'è un falsopiano che mi permette di rifiatare ma sento un respiro che si avvicina inesorabile. Io non ne ho per aumentare, anzi, è già buono che non rallento. Inizia una discesa stretta e ripida che si chiude con una curva stretta a sinistra. Lo lascio passare senza la minima reazione, sperando si allontani in fretta. Così è.
Stiamo per arrivare, spero solo non facciano la salita che ritorna a Cima. Vengo ascoltato e si gira in discesa verso il paese, dopo 500m circa si esce sull'asfalto per l'ultimo km. Io sono totalmente brasato, mi raggiunge anche Raffaele che nel frattempo si è ripreso, mi incita ma gli dico di andare, anche volentieri. Ultima curva, dietro non sento nessuno e la cosa mi consola. Arrivo e mi dicono, con sorpresa, che sono 19°. Ah. Da come ho corso pensavo di essere andato decisamente peggio. E così, nonostante non abbia corso bene mi ritrovo ad essere tutto sommato soddisfatto. Il percorso non era per niente facile.
Tra chiacchiere varie con le persone che conosco mi perdo l'arrivo di Father e Teo, il primo anche soddisfatto, il secondo mah, direi meno. Tè, acqua, chiacchiere, saluti e ci troviamo da me a pranzo. Non tutto mi riesce come vorrei, ma le quantità a volte giocano contro. I bambini giocano sul tappeto elastico mentre noi ci dedichiamo ad un Gewurztraminer alsaziano del Domaine Weinbach, annata 2005. Dolci buonissimi e in quantità industriale chiudono una bella domenica, passata tra chilometri, chiacchiere e risate in ottima compagnia. Insomma, una giornata da ripetere.

Furio con il "trippetta", Teo, io e Father

giovedì 5 maggio 2011

Aspettando gli Europei

In queste settimane ho rincorso uno stato di forma decente, ho cercato di ritrovare un buon ritmo, non ancora il ritmo che avevo prima dell'infortunio, ho anche cercato di recuperare una buona base di km così da fare (o provare a fare) una bella gara agli Europei. Il risultato è, ovviamente, un po' di stanchezza. Prevista e inevitabile.
Quel che si poteva fare si è fatto, esagerare oltre voleva dire spaccarsi, tirare troppo la corda con un infortunio appena passato che, ancora di tanto in tanto, dà un lievissimo richiamino. Domenica gara di 10/11km collinari al mio paesello, che proverò a tirare, e poi si scarica, cercando di ritrovare freschezza e brillantezza per domenica prossima.
Il percorso della mezza agli Europei sarà piatto e veloce pare, il nord della Francia spero sia climaticamente fresco, per cui un'ipotesi di stare sull'1h21' finale appare realistica. Il viaggio in auto fin là non sarà una passeggiata ma i giorni a disposizione erano questi. Sabato andata, circa 700km, pettorali, cena, nanna. Domenica colazione, gara, si gira la macchina e si torna a casa. Ma, nonostante tutto, sarà una bella esperienza, sono pur sempre Campionati Europei Master, si corre con la canotta azzurra con scritto ITA, 459 partenti, 350 ommini e 109 fimmini. Gli italiani saranno una quarantina, tra cui l'inossidabile Acquarone, MM80, che se non sto attento mi arriva pure davanti...

Per chi ama la statistica:

Lunedì  Riposo + massaggio
Martedì  12km tranquilli a 4'29" di media
Mercoledì  5km a 4'20" + 1x3000 in 11'16" rec. 3' + 5x400 media 1'23" rec. 1'
Giovedì  12km (tra cui 2x4200 in montagnetta) a 4'29" di media.

mercoledì 4 maggio 2011

Sono stanco oggi...

...ci vuole un po' di energia...


...certo, trovassi questo look per la maratona di New York... alzate il volume

lunedì 2 maggio 2011

10.000 metri vs 25 giri

Antefatto
Venerdì sera: in contemporanea (senza saperlo) io e Matteo Raimondi, controlliamo sul sito Fidal Valle d'Aosta se ci sono variazioni o comunicazioni, riguardo la gara del giorno successivo, cioè i CDS regionali (validi anche per i  nazionali come punti) sui 10.000 metri in pista, al Campo Scuola di Aosta. Nessuna diversa comunicazione, iscrizioni sul posto, apertura ore 14, chiusura 14,30, inizio gare ore 15.
Sabato: alle 12 passo a prendere Alberto, poco prima delle 14 siamo ad Aosta dove troviamo gli altri due compagni di squadra, Emanuele e Roberta. Entriamo nel campo e siamo noi 4, il resto dell'impianto è deserto. Va bene che non sarà tanto partecipata, ma solo noi 4 (per di più di un'altra regione), mi sembra troppo poco... Rintraccio i giudici nel bar/ristorante dell'impianto. Chiedo per le iscrizioni dato che sono le 14,10 e mi viene risposto con un sorriso che è presto. Dato che le gare inizieranno alle 17,30, ci si iscriverà a partire dalle 16... ah... "e a chi l'avete detto?" chiedo "sul sito fino a ieri sera non c'era scritto niente". A quel punto Eddy Ottoz, un po' scocciato, cambia il tono dicendo: "noi abbiamo comunicato, a tutte le società affiliate, il cambio di orario!" e io, calmo "sarà, ma noi che siamo Fidal Piemonte di comunicazioni non ne abbiamo ricevute". Silenzio per qualche secondo, il tono cambia "ah, allora abbiamo sbagliato, in Piemonte non lo abbiamo comunicato. Mi spiace, ma gli orari sono questi". Bene. E del resto, con un 10.000 valido anche per i CDS nazionali, fatto in una città facilmente raggiungibile da Piemonte, Lombardia e Liguria, vorrai mica avvisare tutti no? Non c'era bisogno di mandare 1000 mail, bastavano due righe sul sito! Vai a capire, ci si perde in un bicchier d'acqua.

La gara
Passiamo le due ore successive con due passi in centro, un gelato, un caffè, acquisto di fontina d'alpeggio e lardo d'Arnad (eh beh) e via, si torna in pista. Iscrizioni, riscaldamento, attesa. Alberto, Emanuele e Roberta sono alla loro prima esperienza in gare di questo tipo, qualche domanda, qualche dubbio, ma la loro voglia di partecipare, di fare bene, si percepisce al volo. Gli iscritti sono una sessantina, tra cui 10 donne. Si faranno due batterie, io sono nella prima, gli altri nella seconda. Ci siamo, vengo chiamato in pista, controllo del chip, vedo un sacco di gente apparentemente forte. Mi aspettano 25 giri, una gara infinita, che voglio fare a 3'50" e vedere come va'. "Ai vostri posti..." e via, si parte.
Al solito partono come razzi, io mi assesto subito al ritmo passando in 46" ai 200, sono tra la ventesima e la venticinquesima posizione. Mi sono scaldato bene, sono partito altrettanto bene e mi trovo subito a mio agio nel ritmo. Giro regolare e, dopo poco più di un km, inizio già a sorpassare. Prima della fine del 4° giro il primo (Slimani) mi doppia già, ma farà gara a sè, alla fine verrò doppiato 4 o 5 volte, e in fondo chi se ne frega.
Mi accodo ad un gruppetto di 5, il ritmo è giusto ma mi sento di correre trattenuto, così attendo un paio di giri e iniziano a sgranarsi. Seguo i tre che allungano, sto bene, passo ai 5000 in 19'10". Uno dei tre allunga, supero gli altri due e lo seguo. Mi stupisco di quanta gente sorpasso, pur non correndo ad un ritmo chissà quanto forte, e ancor di più per una loro partenza tanto dissennata dato che li vedo, alcuni, proprio brasati già a metà gara. Chiedo a quello davanti se ci aiutiamo dandoci il cambio, accetta volentieri e tiriamo un giro a testa. Il ritmo è perfetto. Poco dopo il 7°km accuso un po' di stanchezza, mentre lui spinge che è una bellezza.
Non puntando a questa come gara, decido di non ammazzarmi e tiro un po' i remi in barca, gestendo la fatica. Dovrei aver contato bene i km, e quindi i giri, anche se c'è il chip alla scarpa che fa vedere, in uno schermo all'arrivo, quanti giri ti mancano ad ogni passaggio. Spesso però il tuo nome appare sullo schermo quando sei già passato, così non si ha modo di vedere, vabeh, tempi e giri corrispondono comunque.
Gli ultimi 2km cerco di incrementare un pochino ma sono un po' stanco, limo solo qualche secondo chiudendo in 38'31", in 11ma posizione a 3'51" di media. Direi buono.
Dopo un pochino di defaticamento, mi cambio e seguo la seconda batteria, cercando di spronare e aiutare gli altri tre alfieri Palzola, che pur alla loro prima esperienza, si comportano egregiamente. Non è una gara facile, i 25 giri a volte sembrano non finire mai, è difficile staccare la testa. Alla fine direi che siamo tutti contenti, Alberto un po' deluso del suo 42'13" ma contento dell'esperienza, Emanuele (44'24") e Roberta (48'23") hanno fatto una corsa più cauta, ma i loro commenti erano soddisfatti. In totale, 179 punti portati alla squadra.
Insomma, il 10.000 in pista non è una gara che adoro, non è nervosa come un 5000 e i tanti giri mi mandano fuori di testa. Ma è stata una bella esperienza, in un'atmosfera rilassata, anche divertita a tratti. E poi, alla fine della seconda batteria, vedere che hanno gareggiato (da classifica): un MM60, un MM65 e tre MM70 mi ha fatto star bene. 
La loro faccia affaticata e soddisfatta, fieri della partecipazione, mi ha fatto pensare che, se ti vuoi mettere in gioco, l'età e il cronometro sono solo numeri, è la voglia di provarci sempre quella che fa la differenza.