Ho iniziato a correre nel 1981, a 13 anni, spinto dal mio prof di educazione fisica. Talento medio, idee poco chiare, sicuramente avrei reso meglio dedicandomi da giovane al mezzofondo pur, secondo me, senza fare chissà che sfracelli. Ma si sa, col senno di poi...
Per molti anni è proseguita la mia avventura atletica, senza interruzioni, motivato, attento, entusiasta. Poi la prima crisi sera, dopo la prima maratona chiusa in 2:59:33 a New York nel '92. Appagato, e più probabilmente stanco, mollai la corsa per la prima volta. Qualche mese, per seguire poi gli amici e provare il triathlon. Ma già il lavoro mi impediva di allenarmi come volevo, ci voleva troppo tempo, io ero troppo esigente con me stesso (e lo sono tutt'ora) e non ne ricavai niente. Forse anche qui i tempi erano sbagliati, non maturi.
Qualche incidente di percorso sul piano sentimentale, traslochi, trasferimenti vari impedivano il mio rientro alla corsa (peraltro mai seriamente cercato), un malumore un po' mitigato dal basket che riuscivo a continuare in una squadra del lavoro.
Finalmente un po' di stabilità e torno a correre, anche con una seconda giovinezza, la testa rimane quella, competitivo, esigente, impaziente, affamato più di velocità che di km. Ma ci sono. Rientrare dopo anni di cazzeggio è durissima e lunga, ma ci credo, e finalmente dopo anni conosco Silvio (il mio coach) ed un gruppo di scapestrati che lo seguono e che orgogliosamente annovero ora tra i miei amici più cari.
Tornano i ritmi, i tempi, torna la voglia e le gare. Cade finalmente il PB della maratona che reggeva dal quel lontano '92, mi diverto, corro anche molto bene (pur senza avere chissà che tempi sia chiaro) e grazie ai miei compagni di squadra riesco, per una volta nella vita, a partecipare a Campionati di Società Assoluti di Cross, correndo di fianco ai nazionali che vedo solo in tv. Arrivo poco più avanti degli ultimi ma contento come una Pasqua.
Torna qualche acciacco, lavoro, incomprensioni e impegni sfaldano un po' il gruppo e, dopo il lungo infortunio dello scorso anno riprendo, ma qualcosa non va. E' inutile negarselo, non ho voglia, anzi, non ho più voglia, non mi diverto più. Ecco l'ennesima crisi.
Passano 4 mesi, metto su qualche chilo, perdo i ritmi e la tenuta, ma a fine giugno sento che la corsa è mia, che non la posso evitare. Anche se scopro altre forme, altri interessi che alimentano la mia necessità di cambiare gare, dopo tanti anni a macinare km. Per quello i miei neuroni puntano, come un cane da caccia, il mezzofondo, negli 800 e 1500 metri per la precisione, magari con qualche incursione nei 5000. Ieri sera ho adorato Rudisha per il suo modo di correre leggero e potente, efficace e determinato, volando verso il record del mondo con un'autorità e autorevolezza non comuni anche tra i grandi campioni.
Ma c'è ancora un ostacolo, devo rientrare in uno stato di forma decente e rimettermi in peso prima ancora di fare qualsiasi ripetuta. E qui viene il "bello", si fa sempre una fatica boia!! Passano gli anni, cambiano le metodologie di allenamento, cambiano gli interessi e le gare ma la fatica di rientrare è sempre uguale.
Sto facendo corsa lenta collinare a casa, ritmo a sensazione, per cui a seconda di come mi sento passo da 5'10" a 4'01", correndo da 30' a 45'. L'alternanza di prestazioni è imbarazzante e tipica del rientro, così come il recupero del potenziamento a corpo libero. Ci vuole pazienza e costanza ora, il tempo di divertirsi arriverà, soprattutto con il fresco.