Stagionalità


STAGIONALITÀ DI SETTEMBRE
Verdure: aglio, barbabietola, basilico, bieta da coste e da taglio, bietola, broccolo, carota, cavolo cappuccio, cavolo verza, cetriolo, cicoria bianca, rossa, verde e bionda, cicoria catalogna, orchidea rossa e puntarelle, cipolla, costa, erba medica, fagiolo borlotto nano e rampicante, fagiolino, finocchio, fungo, grano saraceno, indivia riccia, lattuga romana, rossa e dei ghiacci, maggiorana, mais, melanzana, mentuccia, patata, peperone, pomodoro, porro, radicchio, rapa, riso, rucola, scorzonera, sedano, sedano rapa, seme di girasole, seme di lino, seme di sesamo, soia, spinacio, zucca, zucchina ibrida chiara e scura.
Pesce: acciuga, alice, calamaro, cefalo muggine, dentice, gattuccio, mazzancolla, moscardino, ombrina, orata, pannocchia, pesce spada, ricciola, rombo chiodato, sarago, sardina, seppia, sogliola, spigola, tonno rosso, triglia, vongola verace.
Frutta: anguria, arachide, banana, cachi, cocomero, fico, fico d'india, limone, lampone, mandorla, mela, melagrana, melone, mora, nocciola, pera, pesca, pistacchio, prugna, uva.

venerdì 10 agosto 2012

Il rientro non cambia mai

Ho iniziato a correre nel 1981, a 13 anni, spinto dal mio prof di educazione fisica. Talento medio, idee poco chiare, sicuramente avrei reso meglio dedicandomi da giovane al mezzofondo pur, secondo me, senza fare chissà che sfracelli. Ma si sa, col senno di poi...
Per molti anni è proseguita la mia avventura atletica, senza interruzioni, motivato, attento, entusiasta. Poi la prima crisi sera, dopo la prima maratona chiusa in 2:59:33 a New York nel '92. Appagato, e più probabilmente stanco, mollai la corsa per la prima volta. Qualche mese, per seguire poi gli amici e provare il triathlon. Ma già il lavoro mi impediva di allenarmi come volevo, ci voleva troppo tempo, io ero troppo esigente con me stesso (e lo sono tutt'ora) e non ne ricavai niente. Forse anche qui i tempi erano sbagliati, non maturi.
Qualche incidente di percorso sul piano sentimentale, traslochi, trasferimenti vari impedivano il mio rientro alla corsa (peraltro mai seriamente cercato), un malumore un po' mitigato dal basket che riuscivo a continuare in una squadra del lavoro.
Finalmente un po' di stabilità e torno a correre, anche con una seconda giovinezza, la testa rimane quella, competitivo, esigente, impaziente, affamato più di velocità che di km. Ma ci sono. Rientrare dopo anni di cazzeggio è durissima e lunga, ma ci credo, e finalmente dopo anni conosco Silvio (il mio coach) ed un gruppo di scapestrati che lo seguono e che orgogliosamente annovero ora tra i miei amici più cari.
Tornano i ritmi, i tempi, torna la voglia e le gare. Cade finalmente il PB della maratona che reggeva dal quel lontano '92, mi diverto, corro anche molto bene (pur senza avere chissà che tempi sia chiaro) e grazie ai miei compagni di squadra riesco, per una volta nella vita, a partecipare a Campionati di Società Assoluti di Cross, correndo di fianco ai nazionali che vedo solo in tv. Arrivo poco più avanti degli ultimi ma contento come una Pasqua.
Torna qualche acciacco, lavoro, incomprensioni e impegni sfaldano un po' il gruppo e, dopo il lungo infortunio dello scorso anno riprendo, ma qualcosa non va. E' inutile negarselo, non ho voglia, anzi, non ho più voglia, non mi diverto più. Ecco l'ennesima crisi.
Passano 4 mesi, metto su qualche chilo, perdo i ritmi e la tenuta, ma a fine giugno sento che la corsa è mia, che non la posso evitare. Anche se scopro altre forme, altri interessi che alimentano la mia necessità di cambiare gare, dopo tanti anni a macinare km. Per quello i miei neuroni puntano, come un cane da caccia, il mezzofondo, negli 800 e 1500 metri per la precisione, magari con qualche incursione nei 5000. Ieri sera ho adorato Rudisha per il suo modo di correre leggero e potente, efficace e determinato, volando verso il record del mondo con un'autorità e autorevolezza non comuni anche tra i grandi campioni.
Ma c'è ancora un ostacolo, devo rientrare in uno stato di forma decente e rimettermi in peso prima ancora di fare qualsiasi ripetuta. E qui viene il "bello", si fa sempre una fatica boia!! Passano gli anni, cambiano le metodologie di allenamento, cambiano gli interessi e le gare ma la fatica di rientrare è sempre uguale.
Sto facendo corsa lenta collinare a casa, ritmo a sensazione, per cui a seconda di come mi sento passo da 5'10" a 4'01", correndo da 30' a 45'. L'alternanza di prestazioni è imbarazzante e tipica del rientro, così come il recupero del potenziamento a corpo libero. Ci vuole pazienza e costanza ora, il tempo di divertirsi arriverà, soprattutto con il fresco.

martedì 7 agosto 2012

Delusione, tristezza e un po' di rabbia

Doping...
Non ho molto da scrivere, il titolo già dice tutto. Alla fine metterò il link (preso dal blog della mia amica Simo) a un articolo uscito su Il Sole-24Ore un anno fa, lontano dai giochi, che riporta un'intervista ad un consulente della Wada. Lascia senza parole, quasi senza voglia.
Forse come qualcuno mi ha scritto su fb, è vero che ho una visione ancora troppo romantica dello sport, dell'atletica in particolare, non sono ancora un disilluso. E meno male perchè avrei probabilmente smesso di correre. Continuo e continuerò ad esaltarmi nel vedere le gare fino allo sfinimento, fino a che sarà inevitabile la disillusione e lo sconforto. Poi si vedrà.
Certo che Schwazer ha fatto una minchiata planetaria, non solo per l'epo in sè, ma per il livello che ha, per cosa rappresenta, per il simbolo che è, e perchè un campione sarà sempre più controllato di altri. Ingenuità, ignoranza o semplicemente pipì fuori dal vaso. Ma i quesiti sono tanti.
Possibile che davvero Coni, Fidal e il suo entourage (allenatore, fisioterapista ecc...) non si siano accorti di niente? Possibile con un rapporto quotidiano che diventa inevitabilmente stretto? Mah, certo che è una bella delusione.
Ciò non toglie che non sopporto e non tollero chi lo offende come persona, chi lo prende come capro espiatorio per le proprie personalissime difficoltà che, con Schwazer, niente hanno a che vedere. Ha sbagliato e pagherà, ma non ha ucciso nessuno e le sue scelte ricadono su di lui.
Savonarola se n'è andato da un po', e di gente che tira inutilmente la prima pietra ce n'è fin troppa, salvo poi essere pure peggio del lapidato.

L'interessante articolo di cui sopra lo trovate a questo link

mercoledì 1 agosto 2012

Pensare in grande

Ormai dimentico delle ferie, chiuso nell'aria condizionata dell'ufficio, preso dai lavori di ristrutturazione varia a casa, nonchè curioso appassionato osservatore delle Olimpiadi di Londra vago con la mente, sognando e pensando in grande. Perchè no? Tanto che mi costa.
Lo faccio volentieri pensando a tutte le polemiche legate ai nostri nuotatori. Come sempre siamo italiani, pronti a puntare l'indice al primo passo falso, dimenticando in un attimo quanto fatto fin qui. Il nostro nuoto negli ultimi anni ci ha regalato tante gioie, emozioni, successi, record, medaglie e tanti personaggi forti, che a prescindere dal fatto che ci stiano o meno simpatici, sono e restano grandi campioni. Eppure polemiche, come se non fosse possibile, allenando persone, che qualcosa non vada come dovrebbe. Come se dopo tanti anni al top non fosse concesso un calo. Mah... con tutte le porcate che vedo nel nostro beneamato calcio, sono solo contento delle olimpiadi, degli sport minori, di gente che pensa in grande anche se una medaglia quella volta non la vince, o non la vincerà mai nella vita. Ma è lì, ci prova, ci crede fino in fondo e ci riproverà.
Lo sport è qui, in questo breve ma fantastico concetto. Determinato e motivato negli allenamenti puntando dritto all'obbiettivo principale; competitivo, spietato e agonista in gara. E finita la gara finiscono le ostilità, sprizzando gioia o complimentandosi con chi ti ha battuto. Ma dando sempre e comunque il meglio e pensando in grande.
E' ormai chiaro che mi dedicherò al mezzofondo. Necessito di novità. Non so cosa mi varrà, non ho idea di cosa farò egli 800 o 1500, di cosa potrei fare o valere. Ma l'idea di imparare mi accende l'entusiasmo. Solo qualche tempo fa vedevo le gare di Lucky lontane anni luce, ora magari lo incrocerò in qualche anello rosso, chi lo sa.
Ora devo far rientrare la rebonza da pausa, calare il peso, fare potenziamento e riprendere una forma decente. Poi la novità prenderà pian piano forma.
Ieri mattina sono uscito alle 7,30 per una mezzora di corsa lenta, non mi interessava il tempo ma l'istinto di guardare il crono per vedere a che punto sono vince sempre. Veleggiavo a 4'45", pesante ed affaticato. mi si è avvicinato un compagno di squadra che, chiacchierando, mi ha fatto qualche domanda. Io per seguirlo (ma non più di 500m) ho aumentato un po' il ritmo finendo con l'esprimermi unicamente a monosillabi ansimanti. Che pessima sensazione. Però poi a casa ho fatto potenziamento con qualche allungo di trasformazione, e pensavo in grande. Che bella sensazione, finalmente!