Stagionalità


STAGIONALITÀ DI SETTEMBRE
Verdure: aglio, barbabietola, basilico, bieta da coste e da taglio, bietola, broccolo, carota, cavolo cappuccio, cavolo verza, cetriolo, cicoria bianca, rossa, verde e bionda, cicoria catalogna, orchidea rossa e puntarelle, cipolla, costa, erba medica, fagiolo borlotto nano e rampicante, fagiolino, finocchio, fungo, grano saraceno, indivia riccia, lattuga romana, rossa e dei ghiacci, maggiorana, mais, melanzana, mentuccia, patata, peperone, pomodoro, porro, radicchio, rapa, riso, rucola, scorzonera, sedano, sedano rapa, seme di girasole, seme di lino, seme di sesamo, soia, spinacio, zucca, zucchina ibrida chiara e scura.
Pesce: acciuga, alice, calamaro, cefalo muggine, dentice, gattuccio, mazzancolla, moscardino, ombrina, orata, pannocchia, pesce spada, ricciola, rombo chiodato, sarago, sardina, seppia, sogliola, spigola, tonno rosso, triglia, vongola verace.
Frutta: anguria, arachide, banana, cachi, cocomero, fico, fico d'india, limone, lampone, mandorla, mela, melagrana, melone, mora, nocciola, pera, pesca, pistacchio, prugna, uva.

lunedì 28 febbraio 2011

E chi se lo scorda più

Freddo e cielo grigio ci hanno accolto, domenica mattina, a San Giorgio su Legnano, per i Campionati Italiani Assoluti di Società di Cross. Quasi 1700 atleti dalle categorie Allievi ai Senior e Masters, un'atmosfera unica, bella, importante. In questa giornata noi dell'Atletica Palzola cerchiamo di fare bene, di migliorare dove possibile la già ottima prestazione di Fossano, e anche quella degli Italiani dello scorso anno nel cross lungo.
Nel cross corto la squadra è: Fabrizio Mangano, Massimiliano Montagna, Marco Tiozzo, Antonio Vasi ed io. Nel cross lungo invece: Francesco Bianco, Fabio De Angeli, Corrado Mortillaro e Paolo Proserpio. L'atmosfera è tesa, come si dovrebbe, ma non così tanto da impedire chiacchiere e battute. Siamo arrivati fin qui, tra le migliori società italiane, l'atteggiamento giusto è battagliare e godersela. 
Quando entriamo nella zona di partenza c'è un'arietta gelida e fortunatamente non piove; io mi guardo intorno, mi scaldo bene, faccio gli allunghi e, ora a destra ora a sinistra, appaiono negli stessi gesti i migliori mezzofondisti e fondisti italiani: Lalli, Obrist, Nava, Goffi, Curzi, Razine e vari atleti maghrebini, keniani... Dovrei pensare: "ma io qui che c'entro?". E invece me la voglio godere, voglio crogiolarmi in questo momento preciso condividendo con loro gli stessi gesti, prima che lo sparo mi riporti alla realtà, ai valori reali. Non sento nemmeno freddo.
Cancelletto n°21, io parto da ultimo nella fila e non potrebbe essere altrimenti o li rallenterei tutti. Non vedo l'ora di iniziare. Lo sparo! Parto forte ma non in maniera dissennata come a Fossano, oggi la mia gara dev'essere diversa. L'imbuto di partenza è lungo 250m circa, prima di immettersi nel circuito storico del Campaccio. Il ritmo è alto e mi guardo attorno per capire, sono quart'ultimo, "iniziamo bene" penso. Ma non mi deprimo, questa gara è imbottita di mezzofondisti e del meglio della corsa italiana, normale che sia così. Ho il vantaggio, nelle retrovie, di non avere problemi di traffico per cui corro sempre bene. I miei compagni di squadra li perdo subito, siamo quasi 300, e nella parte nervosa e ricca di curve è un serpentone corposo.
C'è tantissima gente che tifa e quasi ne sono frastornato, urla, sento anche il mio nome e non so chi sia, sto correndo bene, mi piacerebbe essere un po' più avanti ma questo è; ho iniziato a recuperare qualche posizione ma non mi sono ancora sbloccato bene, all'inizio del 2° giro finalmente corro sciolto e qualcuno lo recupero, anche se con fatica perchè nessuno cede facilmente. Curve, controcurve, saliscendi, il percorso è bello, il terreno anche, si corre bene ma prenderei aria ovunque. Manca poco, il mio compagno di squadra Fabrizio è più vicino ma non abbastanza da provare a prenderlo, perdo la volata finale ma non mi posso recriminare proprio niente oggi, ho corso infinitamente meglio che a Fossano.
Chiudo 261° su circa 280 arrivati, 4250m in 15'28" a 3'38" di media, per quel che valgono tempi e misure in campestre. E nonostante la mia bella gara, la sensazione era quella di essere un elefante che corre in mezzo ai cerbiatti. Mi sono anche rivisto in tv nella sintesi di ieri sera, vedi passare i primi, i secondi, il gruppone centrale e poi io, che mi mancava il cestino e sembravo uno che andava a funghi da quanto apparivo lento... Si comportano ottimamente anche i miei compagni: 130° Vasi, 138° Montagna, 206° Tiozzo e 248° Fabrizio, per un 47° posto finale di squadra. La sfida sul corto è davvero impegnativa, ma l'anno prossimo ci riproviamo ancora.
Nel lungo i quattro alfieri Palzola si sono difesi alla grande, hanno fatto tutti una gran gara: 47° Mortillaro, 88° Bianco, 95° De Angeli e 173° Proserpio per un 21° posto di squadra che brucia, a solo un punto dalla 20ª posizione e quindi qualificazione diretta per il prossimo anno. Motivo in più per fare ancora meglio!
Nella mattinata, ha aperto la giornata di gare il cross Allieve, 4km, dove gareggiava anche mia cuginetta Marta, venuta con il torpedone dai castelli romani. Ha chiuso in un'ottima 28ª posizione che lascia ben sperare, complimenti!
Non posso che ringraziare i miei compagni di squadra per avermi concesso il lusso di esserci e godermela, è vero che anch'io ho fatto la mia parte, ma senza di loro non ci sarei proprio mai arrivato. Insomma, una giornata ricca di emozioni, sensazioni, immagini, momenti... Ho visto più atleti famosi lì che in tv e ci ho pure corso! E chi se lo scorda più...

Quelli del corto: Mangano, Vasi, Montagna, Tiozzo, Giberti

martedì 22 febbraio 2011

Un miscuglio di emozioni

Poco tempo per leggere e scrivere in questi giorni, capita, ma oggi ho letto l'elenco degli iscritti ai Campionati Italiani di Società di Cross Corto di domenica. 312 iscritti, e già il numero è importante per un cross, poi leggo nella mia gara vari nomi: Goffi, Curzi, Lalli...
Ma, io corro con loro? Io mi sono qualificato con la mia società per correre con loro? No ragazzi, non avete idea di quanto mi appaia strano, ma allo stesso piacevole, gratificante e quasi "inquietante". Non sono mai stato ai loro livelli, non ho certo quel tipo di talento e per questo mi appare strano, ma ci sono, ci siamo riusciti con merito (ok, ok, lo so...) e la cosa è galvanizzante.
Partecipo capite? E mi sento pure pronto a dare battaglia, questo è il bello! Facile, se non probabile, che combatta da solo ma questo poco importa, mi voglio godere il momento, le sensazioni, tutta la carica e il nervosismo che avrò da qui a domenica, e se arriverò 312° pazienza, offrirò una birra. E poi ci si sgolerà per i compagni di squadra impegnati nel lungo, marò cheffatica...

sabato 19 febbraio 2011

Quanto avevano ragione...

...e con quanto anticipo! Mi hanno fatto fare un sacco di risate quelli di Cuore, rivista satirica a cavallo tra gli anni '80 e '90. Ma che avessero così tanta lungimiranza non me l'aspettavo certo. In questi giorni però, direi forse mesi se non anni, vedere con che disinvoltura i nostri eletti cialtroni (la sponda non differisce) passino da sinistra a destra, da destra a centro, da centro a sinistra, per poi tornare dove più conviene, e da lì pronti per il salto della quaglia verso la migliore offerta, ecco mi fa pensare che quelli di Cuore e i vari comici satirici hanno avuto la vista lunga. Ve lo ricordate il famoso Rutelli interpretato da Corrado Guzzanti " 'a Berluscò, ricordate dell'amici, ricordate di chi t'ha sempre voluto bene! ", non ci è andato lontano vero?
Ora i cialtroni hanno perso ogni pudore, cambiando regole e sponda come viene, senza porsi domande se non quella di "quant'è l'offerta?" E facciamoci 'ste risate, anche se un sorriso così amaro non me lo ricordavo...

giovedì 17 febbraio 2011

Un duro lavoro per degli ottimi frutti (si spera)

Questa mattina tra nuvole basse, forte umidità, rischio pioggia e qualche schiarita io, coach Silvio, Simo, il Keniano Albino e Simona ci siamo trovati a Omegna, (patria del Pimpe che non ho avvisato visto l'orario), per un allenamento in salita bello impegnativo. Non abbiamo saputo di cosa si trattasse fino a poco prima di partire, a quel burlone del coach piacciono le sorprese...
Il lavoro infine era: riscaldamento da Crusinallo fino alla rotonda dove parte la strada per Cesara, quindi inizio giro del Lago d'Orta. Dalla rotonda si parte: salita di 5km fino a Cesara da affrontare allegri, quindi dietro front e in discesa lasciare andare le gambe. Ritorno a Crusinallo in defaticamento, in totale 15/16 km con 12km a ritmo e belli impegnativi.
Dopo un riscaldamento al cazzeggio si parte: rompere il fiato partendo in salita non è uno scherzo, ma nonostante la difficoltà non vado male. Siamo in tre con Simo e il Keniano, Simona invece resta un po' più indietro. Ma ognuno oggi farà per sè, al suo ritmo. Salendo si costeggia il lago d'Orta ma la fatica inizia a far dimenticare dove siamo. Poco prima di Nonio la salita si impenna un paio di volte per qualche centinaio di metri, io impreco iniziando a sentire la fatica. Guardo distrattamente il Garmin, è presto per sapere dov'è il 5°km, lo faccio più che altro per distrarmi.
Al terzo km e mezzo inizio a ciondolare, portandomi in mezzo alla strada e innervosendo Simo che fa un'uscita amorevole delle sue... ;D, cerco solo di non perdere terreno da Simo e il Keniano che invece in salita vanno eccome. Mi stacco non più di 10m e sono felice di essere vicino a questo benedetto 5°km. Coach Silvio è in auto e si ferma ogni tanto lungo la salita, è circa al quarto km e mezzo e mentre passiamo, oltre ai soliti consigli su spalle, piedi, posture ecc gli esce la fatidica frase: "tirate avanti fino al 6° km va'!"... ma porc...
Non è un giochino sconosciuto, a volte in pista stai facendo l'ultimo 400 e lui dice "tira fino al mille dai", e non sai se farti prendere dallo sconforto o dalla rabbia, ma di fatto prosegui e vai, senza colpo ferire. E' sempre un modo per verificare che hai più energie di quel che la tua testa pensava. La salita molla un po', ci sono anche un paio di brevi tratti in leggera discesa, finalmente arriva sto sesto km, il crono dice 26'44", giriamo e via, si scende!
I tratti in leggera salita iniziali li soffro sempre, sono stanco, ma la discesa aiuta a correre, c'è un ultima rampetta prima del chilometrico discesone finale, mi impianto un pochino, il keniano anche, Simo ci sprona per piantarsi poco dopo anche lei, la fatica c'è per tutti. Scendiamo in fila indiana distaccandoci un po', ognuno corre la discesa meglio che può, cercando di salvaguardare schiena e gambe, quindi busto avanti e far girare le gambe. Passa più velocemente della salita, ma non tanto quanto vorrei. Arriviamo alla fine in 23'10", chiudendo i 12km in 49'54" a 4'09" di media. Buono, molto buono. In compenso ho le gambe come se avessi fatto 2 ore di potenziamento in palestra.
Aspettiamo Simona che arriva di buon passo, se l'è fatto da sola l'allenamento e ha dimostrato una forza notevole, complimenti. Finiamo soddisfatti corricchiando verso la doccia, 17-18 km totali, senza un pezzo di pianura. Un lavoro sicuramente pro mezza maratona, meno adatto al cross di domenica prossima, ma del resto si devono adattare un po' i lavori. I frutti arriveranno.

martedì 15 febbraio 2011

Immagini da Fossano

Riporto alcune foto scattate da Claudia (la nostra simpatica fotografa ufficiale dei CdS Regionali) della gara di domenica, io in una foto sembro più un marciatore che un runner, ed ero solo a metà gara! Ma tant'è, la fatica è stata ripagata. Ora è il minimo che la ripaghi altrettanto.

Quelli del "corto": Massimiliano Montagna, Marco Tiozzo, Matteo Raimondi, Oliver
Quelli del "lungo": Fabio De Angeli, Diego Abbatescianni, Corrado Mortillaro, Antonio Vasi, Francesco Bianco
Antonio
Claudia, la nostra grande fotografa
Corrado
Diego
Francesco e Fabio
Oliver
Massimiliano 
Marco 
Matteo 
Runner o marciatore?

lunedì 14 febbraio 2011

Una grande squadra

Bisogna proprio dirlo, siamo stati bravi! Noi atleti dell'Atletica Palzola ci siamo qualificati ieri per i Campionati Italiani di Società, sia nel lungo (10km) che nel corto (4km), che dire, grandi! 
Ma andiamo con ordine, ieri mattina a Fossano, un paesino del cuneese parecchio distante da noi, ci siamo presentati agguerriti e battaglieri per conquistarci entrambe le qualificazioni per gli Italiani. La squadra comprendeva: Corrado Mortillaro, Francesco Bianco, Fabio De Angeli, Antonio Vasi e Diego Abbatescianni per il cross lungo; Marco Tiozzo, Massimiliano Montagna, Matteo Raimondi ed io per il cross corto.
Puntare su di me per la qualificazione era come scommettere che il Cesena vincesse il campionato di A, facevo volentieri la riserva, sperando che i tre davanti che portavano i punti necessari alla qualificazione, arrivassero tutti.
L'atmosfera è bella, al contempo rilassata e carica, si scherza e si parla della gara, prima partirà il corto e poi il lungo. Riscaldamento, incrocio e saluto Franchino che farà il lungo, mi cambio e via, alla partenza. 
Nel 1° km il terreno è molle, non quel fango classico bagnato ma un terreno molto sconnesso che sprofonda sotto i piedi, poi si scende e sale velocemente, un tratto di terreno un po' più duro e si torna alla partenza. Sale il nervosismo, la concentrazione, tutti pronti a dare il meglio. Io so che dovrò partire forte, quanto meno per vedere dove mettere i piedi, ma anche perchè una gara così corta è come una schioppettata. Via! 
Parto davvero forte (troppo forte), e nonostante tutto sono a centro gruppo, dopo 300m si curva e inizia il pantano, comincio a percepire che ho fatto una partenza idiota ma proseguo. Intorno ai 500 metri il sapore di metallo in bocca è fortissimo, probabilmente ho l'acido lattico che sta uscendo dalle orecchie, dopo poco mi irrigidisco e inizio a correre come Pinocchio, iniziano a sorpassarmi ovunque, non siamo ancora al primo km e nella mia mente affiora un messaggio "oh cazzo...". Da qui e per i prossimi 2km sarà una lotta con il mio obiettivo minimo iniziale e personale, non arrivare ultimo. Corro davvero male, vuoi per l'influenza delle ultime 2 settimane vuoi per una gara che proprio mia non è e vuoi per una tattica di gara da keniano ebete.
Ultimo km, i miei compagni di squadra vanno fortissimo, li vedo tutti e corrono bene. Matteo finirà 8°, Max 11° a Marco 21° (portandoci alla 3ª posizione in classifica a squadre), io nella salitella incrocio Franchino che mi sostiene, uscendo dall'oblio mentale che mi accompagna, e rinfrancato dall'averne ancora due dietro a distanza di sicurezza gli rispondo: "hai capito perchè mi sono tesserato master e non assoluto no?". Con orgoglio vado a prendere quello davanti a me sorpassandolo, arriva il rettilineo finale che mi vedrà chiudere al 50° posto, quintultimo. Non sono contento della mia gara, al Campaccio e a Cameri sono passato al 4°km con 2' di anticipo rispetto al tempo finale di oggi. Non ci siamo, ma un po' di brillantezza la ritroverò per gli Italiani. La delusione personale però lascia spazio alla convinzione ufficiosa della qualificazione.
Parte il lungo, 10 faticosi km e anche qui schieriamo una squadra fortissima. Siamo in zona arrivo a tifare così li vediamo passare tre volte a giro. Già dai primi km i nostri 5 sono nei primi 20, ma il tempo che passa e la fatica iniziano a delineare i valori sul campo. Diego si ritira, vittima di una gara non sua, Corrado è nei primi dieci, Francesco non è distante e Fabio poco più dietro inizia a risalire. Antonio dietro qualche metro paga un po' di stanchezza, ma non molla mai. Franchino è vicino a Fabio e non dà segni di cedimento, corre bene. Arriva l'ultimo giro, Corrado si piazza decimo con una bella volata, Francesco e Fabio arrivano uno dietro l'altro 15° e 16°, Antonio da ottimo guerriero arriva 25° e riescono a piazzarsi al 5° posto di squadra. Franchino piazza un ottimo 27° posto.
Insomma, una gran giornata per la squadra e una bellissima esperienza per me, che mi dovrò "esibire" agli Italiani, cercando almeno di confermare il quintultimo posto. Ma ci arriverò spero più brillante fisicamente, e qualcosa di meglio si può fare di certo.
Non capita spesso che la vita dia una seconda possibilità, e a 42 anni poter vivere quello che avrei dovuto fare vent'anni prima beh, è un'occasione da non lasciar scappare! Con i limiti e le considerazioni del caso ovviamente, ma esserci è proprio bello. Grazie ragazzi!

Commenti e classifiche li trovate anche sul blog di Matteo Raimondi

venerdì 11 febbraio 2011

La claque

Prima di uscire di casa guardo un po' i notiziari, cerco di fare il bravo guardando anche gli inguardabili, così da avere un'informazione "completa", scusate, mi viene da ridere... ok, torno al discorso. Tra i vari servizi vedo un gruppetto di 150-200 persone circa davanti al Palazzo di Giustizia a Milano, per difendere il premier. Nel loro diritto per carità, però poi li hanno intervistati e mi sono cadute le braccia, spero almeno che li abbiano pagati... tra gli intervistati, subito pronta alle telecamere, arriva l'onorevole Santanchè... Ma, ma... non era lei a dirne peste e corna del Mr.B tempo fa? Non era lei a essersene andata? Non era lei che, evidentemente, ha fatto casino perchè non le davano la cadreghina cui tanto ambiva? Poi gliel'hanno data e fine delle proteste, va' tutto bene... Ora che come tutti ha fiutato odore di elezioni anticipate ta-daaaaa eccola che appare! Come tanti altri desaparecidos che sto vedendo rifiorire in questi giorni, da Rutelli, a Diliberto... ve lo ricordate il mio omonimo? Cavolo, non ne sapevo più niente...

Vabeh, spero, mi auguro che noi si torni a guidare questo Paese, che ci sia qualcuno valido che sarà i grado di farlo. Con la testa però, non col culo...


Drive (Incubus)

A volte sento la paura dell'incertezza stuzzicarmi in maniera chiara / e io non posso fare niente a parte chiedere a me stesso / per quanto tempo ancora lascerò che questa paura prenda in mano il volante e guidi
Mi ha già guidato prima e sembra avere un'incerta caccia dei corpi. / Ma ultimamene sto cominciando a capire che dovrei essere io quello dietro il volante /
Qualunque cosa porti il domani io sarò lì / a braccia aperte ed occhi aperti / Qualunque cosa porti il domani, / sarò lì, sarò lì... 
Quindi se io decidessi di rinunciare alla mia opportunità di essere uno dell'alveare / sceglierei l'acqua al posto del vino, tornerei in me stesso e guiderei la mia vita? / Mi ha già guidato prima e sembra essere la via / che chiunque altro prende attorno / Ma ultimamente sto cominciando a capire che quando guido io la mia luce è trovata 
Qualunque cosa porti il domani io sarò lì / a braccia aperte ed occhi aperti / Qualunque cosa porti il domani, / sarò lì, sarò lì... 
Sceglieresti l'acqua al posto del vino / Stringeresti il volante e guideresti? / Qualunque cosa porti il domani io sarò lì...



giovedì 10 febbraio 2011

Bastoncini di sfoglia

Preso dalla mia influenza svizzera, precisa come un orologio a presentarsi prima delle due gare cui tenevo di più, parlo un po' dell'altra passione, quella più de panza. Se si usa la sfoglia pronta, i rotoli del supermercato per intenderci, capita che avanzino dei ritagli e per riutilizzarli potete seguire questa facilissima ricetta, che vi darà come risultato finale un ottimo aperitivo. Se vi piace potete anche usare ovviamente un rotolo di sfoglia intero, ne vengono di più. Allora, vamos a empezar!

Ingredienti (per circa 15 bastoncini)
Un rotolo di sfoglia pronta
Poca Acqua
Parmigiano grattugiato
Pepe nero
Sale (se ce l'avete aromatico meglio, altrimenti va bene il solito)

Procedimento
Scaldare il forno a 200°-220° ventilato (in genere i lievitati richiedono il forno statico, ma la sfoglia no).
Tirate fuori dal frigo la sfoglia circa 15' prima di utilizzarla. Srotolare la sfoglia, non toglietela ovviamente dalla carta da forno in cui è avvolta. Pennellare leggermente con POCA acqua fredda metà del rotolo, sulla metà bagnata mettere abbondante, beh senza esagerare però, parmigiano grattugiato e poco pepe nero grattugiato fresco.
Chiudere la sfoglia, portando il lato asciutto sopra il parmigiano, premendo leggermente, senza schiacciare, formando così un semicerchio o un rettangolo, a seconda della forma del rettangolo originale. Pennellare leggermente con acqua anche la parte superiore della sfoglia, e salare leggermente. Con una rotella per pizza, tagliare perpendicolarmente al lato lungo della sfoglia, formando delle strisce, dei bastoncini appunto, larghe 2cm. Circa ne usciranno una quindicina.
Mettere in una teglia con la stessa carta da forno della confezione, infornare (forno già caldo) fino a che la sfoglia si gonfia e prende colore (15' circa, a seconda del forno). Togliere dal forno, separare i bastoncini (se si attaccano è il parmigiano, per quello non si deve esagerare, basta un coltello con la lama affilata e si staccano subito) e mangiarseli, caldi, saporiti e croccanti con una bella flûte di spumante (Franciacorta, Champagne, o un Brut locale, buono però...) oppure un ottimo Prosecco o Cartizze.

Perchè insisto con chiedere "vino buono"? Perchè primo non vi ingurgitate porcherie (si spera almeno), perché è sicuramente un piacere, perché i vini bianchi e gli spumanti se non sono buoni vi "spaccano la testa in due", in quanto troppo pieni di anidride solforosa. Bere meno magari, magari dico, ma buono!

martedì 8 febbraio 2011

A chi giova?

Domenica mattina a San Vittore Olona, sede della 5 Mulini, l'atmosfera delle gare Master era un po' strana. C'erano state nelle settimane precedenti parecchie polemiche, sia individuali che societarie, per lo più scatenate dal costo d'iscrizione piuttosto elevato (per la media dei cross). Polemiche sfociate in un boicottaggio della gara da parte di alcune società, che essendo tra l'altro importanti per numero di atleti, hanno finito col rendere la gara un po' "scarna". Per capirci, le atlete partenti alla gara master femminile erano solo 26. Non certo un bel vedere per una gara così prestigiosa.
Però mi chiedo: a chi giova questo comportamento? Risposta: a nessuno, né agli atleti né tanto meno agli organizzatori.
Finita la gara femminile e in attesa di partire con la mia, mi fermo a chiacchierare piacevolmente con Marco Marchei, direttore di Runner's World, proprio riguardo a questa cosa. La discussione lo infervora, la passione da ex atleta di vertice accompagna la razionalità, la voglia di far crescere questo movimento un po' allo sbando. Quello che ne viene fuori è una visione più ampia, più globale, non limitata a questa singola gara.
Si è partiti dal commentare "ok, le società hanno protestato" e "ok, gli organizzatori hanno fatto una stupidaggine", ma alla fine qual è il risultato? Che si rischia di far morire una gara, anziché rinvigorire il movimento, la partecipazione, l'entusiasmo, con questo atteggiamento li si affossa. Perché? Perché il "muro contro muro" non porta da nessuna parte.
Da un lato ci sono gli organizzatori che hanno le loro brave difficoltà a reperire i soldi, a trovare sponsor capaci di coprire le spese, a oliare e rendere efficiente una macchina sfaccettata come quella delle gare, che indubbiamente si impegnano, spendono parte della loro vita per inseguire la passione, per organizzare nel migliore dei modi, per offrire un servizio di anno in anno migliore.
Dall'altro lato ci siamo noi, i master. Gente che correrebbe sempre, gareggerebbe ogni domenica per la passione e il divertimento, e che spesso non lo fa per non essere sbattuto fuori di casa. Gente che in teoria è appassionata di uno sport povero, ma che tra viaggi, pernottamenti, iscrizioni, abbigliamento tecnico, eventuali pranzi o cene fuori, sostegni medici, integratori, tecnologie, riviste di settore eccetera beh, di povero ha ben poco ormai. Ma non importa, ci siamo dentro fino al collo e ci piace restarci. Scorrazzando per l'Italia o per il mondo alla ricerca della giusta combinazione "gara + vacanza".
In alcune occasioni questi due mondi sono in aperto conflitto. Un'ostilità non dichiarata che sfocia quando gli organizzatori compiono (anche involontariamente) errori per scarsa professionalità, o poca attenzione, o cercano di guadagnare troppo dalle iscrizioni dei master. Ma che sfocia anche per la non rara miopia dei runners, che ovviamente pretendono tanto (se non tutto) ad un prezzo molto basso, senza considerare a cosa corrisponde, nei fatti, quel prezzo. Ma questo è un atteggiamento tipicamente italiano.
E così ognuno difende strenuamente il suo mondo, erigendo un muro invalicabile fatto di ragioni inattaccabili, con l'unico risultato di far sprofondare il movimento dell'atletica master sempre più in basso. E il dialogo, la crescita? Confrontandoci con il resto d'Europa siamo numericamente inferiori, ma di molto, per numero di partecipanti alle manifestazioni. E non credo che fuori dai confini di casa i costi siano inferiori, anzi, se confrontiamo i costi d'iscrizione delle varie maratone, gli euro (o i dollari) da sborsare sono molti di più! Ma hanno numeri di partecipanti che noi semplicemente ci possiamo sognare e i motivi, forse, si possono cercare nella nostra mentalità provinciale, poco orientata a grandi sviluppi. 
Ci perdiamo spesso, organizzatori e partecipanti, in piccole vendette, piccoli dispetti che non fanno altro che danni diffusi (e condivisi). Non siamo nemmeno capaci, anche da parte della federazione, di stilare dei calendari che possano fare il vantaggio di tutti, senza inutili sovrapposizioni, concomitanze o dolorosi spostamenti in mesi poco appetibili. Chi ha la voce più grossa vince. Ma che vittoria è? Quando per mostrarsi vincitori si fa il giochino, ad esempio, di pubblicizzare i pettorali venduti e non gli arrivati effettivi, oppure si sceglie se appoggiarsi (come marketing) ad una rivista piuttosto che un'altra, perché una parla bene della mia gara mentre l'altra no, mentre l'atteggiamento è solo critico e quindi su aspetti migliorabili. E' professionalità questa? Si pensa che gli organizzatori della famosa New York City Marathon si fermino di fronte a queste cose? Suvvia...
E' la mentalità che deve cambiare, da parte di tutti, anche mia. Non mi piace essere considerato dagli organizzatori una "mucca da mungere", ma si deve aver voglia di crescere, di confrontarsi apertamente, di ascoltare le accuse e le ragioni e fonderle insieme, organizzatori e partecipanti, per evitare che l'unico risultato sia una paralisi quantitativa e qualitativa, senza nessuna utilità.

lunedì 7 febbraio 2011

La Zero Mulini

Già, perchè questo è il numero esatto di mulini che ho attraversato, zero. E non perchè non ci fossero, anzi. Credo di aver stabilito il record per il ritiro più veloce, dopo nemmeno 500m di gara stavo già corricchiando. Fantastico. E' iniziato tutto giovedì pomeriggio con l'arrivo di una tosse un po' troppo insistente, poi mal di gola intenso, e dolori un po' dappertutto. Venerdì anche peggio, nonostante il tentativo di smaltire il raffreddore sudando un po'. 
Però non avevo febbre, nè dissenteria e vomito, la cosa mi dava quasi fiducia nel recupero per la domenica mattina. Sabato un pochino meglio, domenica tutto sommato non ero male al risveglio. Mi presento, partenza alle 11, temperatura intorno ai 10°, perfetta. Durante il riscaldamento mi sento incredibilmente fiacco, vuoto. Insisto, penso che poi in gara sarà un'altra cosa, che cazzarola, mi sono fatto il mazzo finora, non ho nemmeno la febbre, mica mollerò qui.
Partenza veloce, come sempre, dopo circa 200m sono in un affanno esagerato, cuore in gola, respiro affannosissimo. Fatico sempre di più e perdo continuamente posizioni. Così dopo 500m, col cuore in gola e a centro gruppo decido di fermarmi. Sarebbe un'inutile tortura, che mi esporrebbe solamente ad una possibile ricaduta, per fare tra l'altro una pessima e soffertissima gara. Mesto mesto corricchio fino ai tendoni di cambio, non sono arrabbiato, sono deluso. Volevo correrla bene, forte, con grinta. Vedere a che punto sono, e invece non sono nemmeno riuscito ad iniziare. Vabeh, pazienza, mali di stagione, precisi come un orologio svizzero, ma di stagione.
Nel pomeriggio, dopo aver pranzato con il mitico Capasso, mi sono goduto le gare di juniores e senior delle migliori squadre europee, davvero un bello spettacolo.

giovedì 3 febbraio 2011

The 5 Mills!

La 5 Mulini insomma, giunta alla sua 79ª edizione. Forse tutta questa storia, tutta questa importanza ha dato alla testa degli organizzatori, dato che hanno deciso di far pagare l'iscrizione di una campestre (seppur storica e con un campionato europeo per club) più cara di una mezza maratona, Motivo? Boh! Pur ragionandoci non riesco a dare una motivazione concreta a questo prezzo così alto.
Purtroppo, infervorato dalla voglia di campestri, tra novembre e dicembre mi sono iscritto comunque pagando 15 euro (a gennaio erano 20...). Pentendomi poi per l'idiozia, per il costo esagerato che ho assecondato, ma ormai, ero iscritto. Per dovere di cronaca, ho rinunciato a fare la mezza del Lago Maggiore perchè troppo cara, 25 euro, iscrivendomi a Piacenza per la bellezza di 12 euro e 50, e a Vigevano per 17 euro. Non me ne vogliano, è stracarissima anche New York (280 $), ma la città e l'evento che riescono a creare non ha molti paragoni nel mondo, e le 100mila richieste per 40mila pettorali danno loro la possibilità di far quello che si vuole, a ragione o torto.

Polemiche a parte domenica gareggerò volentieri, è comunque una signora campestre. Mi sto allenando bene, la palestra a 4 mesi di distanza dal suo esordio sta dando ottimi frutti. Le gambe sono pari adesso, riesco ad assorbire più carichi di lavoro senza crollare come prima, si sente la stanchezza ovviamente, ma si riesce a tenere, si riesce a lavorare comunque. E' migliorato decisamente il recupero, più veloce e più efficace. I quasi 290km di gennaio si stanno facendo sentire anche loro ed è ora di metterli a frutto, anche perchè credo che da metà febbraio il chilometraggio salirà un po', e serve metabolizzare.
Domenica mattina quindi aggressione! A Cameri mi sono ricordato del commento di Frank, cioè di aggredire la campestre senza subirla. Vuoi anche perché stavo bene ma il risultato è stato ottimo. Domenica sarà più difficile, il livello decisamente più alto, nonostante alcune società numerose abbiano boicottato la gara proprio per il costo elevato. Il massaggio di scarico di ieri farà il suo dovere, anche se nell'allenamento di stamattina le gambe non sembravano nemmeno mie. Tutto normale. Pronto a gareggiare!

martedì 1 febbraio 2011