Saranno già 15 giorni che penso a questo post. Più che altro che penso alla mia annata, ad analizzarla con sincerità per poi descriverla, o forse chiarirla semplicemente a me stesso. E' come se fosse un anno diviso in due, nel senso della lunghezza però, con i binari emotivo/personale e sportivo che si sono incrociati continuamente, influenzandosi a vicenda. Il primo binario ha sempre il sopravvento, lo avrebbe comunque perché non sono un professionista, la corsa mi aiuta anche a reggere e sfogare l'emotività quando non gira.
E' stato un anno dove è successo un po' di tutto dal punto di vista emozionale, sono state coinvolte tutte le sfere affettive principali e non sempre sono stato all'altezza. Non sempre ho retto come dovevo, o semplicemente ho fatto quel che potevo. L'energia emotiva, emozionale non è illimitata, anzi, così me la sono gestita e in qualche gara è mancata, e non solo in qualche gara.
Questa è sportivamente la parte in ombra, quello che mi è spiaciuto di non aver fatto come volevo; quella motivazione non sostenuta a dovere, la voglia di soffrire che è mancata quando serviva. Una parte in ombra fatta anche di cose da migliorare (se migliorabili). La testa è sicuramente migliorabile, non è solo una questione emotiva, devo migliorare l'approccio, la "cattiveria" agonistica, la determinazione. Qui a volte cado, in piedi se vogliamo, ma cado. Altro miglioramento si può fare smuovendo lo stallo dei tempi, buono per carità ma piatto, senza picchi, come le 3 gare da 10k fatte a febbraio, giugno e dicembre rispettivamente in 37'56", 37'55" e 37'50". Non è che penso di essere un fenomeno, chiariamo, sono consapevole dei limiti e del talento limitato, ma credo che si possa scendere ancora un po', migliorare insomma.
Ma esiste anche una parte in luce ovviamente, anzi più parti, ci mancherebbe. C'è il rovescio della medaglia dell'emotività, pur non carico al 100% ho strappato tre tempi sotto i 38' nei 10k. C'è una costanza "quasi" nuova per me, una motivazione non indifferente che mi ha accompagnato tutto l'anno. Sono contento della decisione presa a maggio: cioè di staccare da mezze e maratone per tutta la seconda parte del 2010. Iniziavo a stancarmi e invece, cambiando distanze, ho ritrovato motivazione, freschezza, una gran voglia e il divertimento. Sono contento del potenziamento, mi sta aiutando molto, mi sta proteggendo e si farà sentire per bene la prossima primavera.
E poi, di fatto, sto continuando a crescere, quello "stallo" di cui parlavo prima può essere visto anche come il consolidamento di una buona base su cui lavorare. Tutto il 2010 è stato ben fatto, abbiamo ben lavorato io e coach Silvio. Non tutto riesce sempre come si vorrebbe, ma non essendo professionisti sono tante le cose e gli impegni da far coincidere; va bene così.
Aprirò il 2011 con il Campaccio, il giorno dell'Epifania, per finire la stagione cross il 6 febbraio alla 5 Mulini. E poi mezze (Lago Maggiore, Vigevano e Borgomanero), gare corte, la probabile Cortina Dobbiaco e qualche 5000 in pista. Da settembre si punterà decisi al grande obiettivo 2011: la Maratona di New York il 6 novembre.
L'idea, il sogno, è di puntare al 2h48'47", cioè 4' secchi al km... Un obiettivo ambizioso lo so, non è mica detto che ci si arrivi. Ambizioso per quel che comporta la preparazione, per quel che comporta la gara a quel ritmo, per quel che è il percorso di New York: duro e difficile. Ma ci si proverà altro che! Mano mano che ci si avvicinerà a novembre, si capirà qual è il mio valore effettivo tarandoci con più precisione, e sperando ovviamente che gli infortuni mi girino lontano...
L'obiettivo minimo è battere il 2h55'35" di Firenze, questo si, che già sarebbe bello. Ma se devo sognare, beh allora sogno in grande!