Perchè un blog? Mi è stato chiesto, a volte non senza ironia (in termini di tempo, fantasia, argomenti...) e non ho mai saputo rispondere. Perchè l'ho aperto? Necessità. Poi si è aggiunto altro, il famoso "valore aggiunto" per giocare un po' con le parole: ho trovato degli amici, ho trovato conforto, ironia, condivisione, confronto. Ma forse dipende da come ognuno utilizza il mezzo.
Ma parlavo di necessità come prima ragione, una necessità cresciuta nel tempo e mano mano che lo utilizzavo. Scrivere è sempre stata un'attività odiosa per me, a scuola odiavo i temi, non sapevo mai cosa scrivere e come scrivere. Odiavo la grammatica, non la studiavo e non mi entrava in testa. Poi la scuola finisce, sono entrato subito dopo il diploma nel mondo del lavoro e di scrivere (e anche leggere) per un bel po' non se ne è parlato.
Anni dopo, appena sposato, passo per caso in una libreria in Sardegna, in vacanza. Chissà perchè volevo un libro non impegnativo da leggere sotto l'ombrellone e scelsi un super pocket, "Il giorno dello sciacallo" di Forsyth. Un giallo spettacolare, mi ha incollato alle pagine e in poco tempo l'ho divorato, parteggiando per il killer ovviamente. Mi sono chiesto "Ma i libri sono così? Non sono solo la palla obbligatoria e noiosa che ci davano a scuola?". Non ho più smesso, per fortuna, leggendo anche libri più impegnativi e seri, così come altri più leggeri se non porcherie. Folgorato da "Cent'anni di solitudine" con la sua Macondo e la famiglia Buendìa ho forse iniziato a coltivare, un pezzetto alla volta, il desiderio di scrivere quel che mi girava in testa.
Non volevo nè ho mai voluto fare lo scrittore, ma scrivere il proprio io ha un significato profondo, scavare nelle proprie debolezze, nelle proprie paure, rileggerle per liberarsene, e più di tutto adoro negli scrittori la capacità di trasmettere le emozioni, a volte con poche parole, quasi li invidio.
Passa il tempo, passano i sentimenti ed arriva un doloroso divorzio, e a mio padre diagnosticano l'Alzheimer. Situazione emotivamente devastante ma, faticosamente nel tempo, di assoluta rinascita. Come e perchè non lo so, non ne ho idea, ma è diventata impellente la necessità di scrivere, di fare chiarezza attraverso le parole scritte. E la lettura, in questo momento, diventa carburante fornendomi vocaboli, metodo e pensieri.
Scrivendo le parole chiamavano emozioni, le emozioni chiamavano altre parole, pensieri si formavano autonomamente senza che mai li avessi pensati prima, erano semplicemente trainati dalla catena dei pensieri. Uno scavare continuo in una buca sempre più grande, scovando oggetti segreti, sorprendenti anche per me stesso. Si rincorrevano emozioni, lacrime, sorrisi, tensioni, stomaco chiuso, mal di testa, ebbrezza, leggerezza. A volte scrivere era così liberatorio che era meglio di qualsiasi canna o bevanda alcolica.
Io e la mia ex moglie ci siamo rifatti una vita, com'è giusto che sia, mentre mio padre no, l'alzheimer non faceva altro che mangiarsi la sua e per me, figlio unico, la situazione era diventata pesante. Ma non riuscivo a scrivere di questo, non a fondo. Qualcosa ad un certo punto mi bloccava impedendomi di andare oltre. Il web diventa quotidianità e il blog si trasforma nel passo successivo. Anche se il cambio è radicale, non scrivo più solo per me, scrivo "in pubblico".
Ci ho messo molto a decidere, ma alla fine ho trovato una via di mezzo tra la mia maniacale riservatezza e la scrittura di sè. E' che a volte mi manca scrivere, anche se non ho molto da dire, mi manca quella catena capace di estrapolare pensieri profondi e, fino a quel momento, quasi sconosciuti. E' come liberarsi di un peso. Già perchè non tutto quel che resta in testa vale la pena di essere conservato; tanti pensieri si rivelano, nel tempo, inutili. mettendoli per iscritto li lascio liberi, che volino via dove meglio credono, lasciando spazio libero a cose più importanti, più significative, per me.
Forse è questo il motivo per cui ho aperto un blog, forse, non ci ho mai pensato.
19 commenti:
Io non sapevo il motivo per cui tu avessi aperto un blog ma mi è piaciuto da subito leggerti,poi ti ho conosciuto ed ora lo leggo ancora più volentieri...mi spiace per il problema di tuo padre e credo non sia facile da gestire...però per quello che può servire sappi che per una chiaccherata al telefono o davanti ad un buon bicchiere di vino io ci sono sempre.
Ciao caro:-)
:D Grazie Kikko. Purtroppo, o per fortuna in certi momenti critici, la malattia di mio papà si è chiusa 5 anni fa. Sicuro starà meglio ora. Ma l'invito per un buon bicchiere di vino resta valido in aeternum.
Ti basta se ti scrivo che nel leggerti gli occhi sorridevano e bruciavano?
Mi piace molto quel che ho letto di te :-)
scrivere di emozioni le vivifica e le esorcizza insieme, come se a trattenerle troppo andassero diluendosi nel quotidiano — probabilmente è questo che direbbe mio padre, se l'alzheimer glielo permettesse.....
Furio, tu sei uno di quelli che mi hanno istigato leggendoti, hai contribuito a dare il là. Mi aveva colpito e mi era piaciuta la tua franchezza, il modo di esporla così sincero e liberatorio. grazie
Yogi, se un pregio dev'essere trovato a quella malattia, era che notavo l'istinto in mio papà, aveva gesti di affetto identici ad un neonato. Non voglio girare il coltello nella piaga eh. un abbraccio
Il blog è un arte in via di sviluppo, che ci trasforma involontariamente in scrittori di spessore, chi più chi meno... ma chi ha il coraggio di giudocare ciò?
Scrivere sul blog è dire la verità!Le cazzate sui tempi al km e le sparate sulla fatica deglle gare sono la pellicola esterna che ricopre il bisogno di raccontarci.A volte leggo molto di più tra le righe di un post che nell'intero racconto!
Segnati queste perchè mi son venute adesso......"quando un uomo sa raccontare se stesso non sarà mai solo.
Fa molto scrittore con barba incolta e tazzina di caffè davanti o no?
Ciao e non smettere di scrivere.
PS:ho voluto sdrammatizzare un pò,perdonami:):):)
a me piace molto questo " modo " di trasmettere il prorpio pensiero.. a volte quando vogliamo parlare di noi dal vivo diventa un po' difficile per la difficolta' dell 'approccio, scrivere invece ci permette di decidere i tempi e i modi per entrare nella mente di chi legge trasmettendo nella maniera che riteniamo piu' sincera e chiara il nostro stato d'animo, le nostre difficolta' e pensieri.. condivido comunque che la sana bicchierata, intorno ad un tavolo, fa bene ogni tanto( prepara una buona birra ) ;-)))
p.s. ti consiglio anche il libro de " il silenzio degli innocenti " e' spettacolare....
Fare conoscere qualcosa di me a persone che , nella maggior parte dei casi , non mi conosce affatto.
Questo mi ha spinto ad aprire il blog...e sono consapevole che scrivo pure male!!
La scrittura, oltre a ciò che hai citato, possiede anche un aspetto ludico da non sottovalutare. Scrivere è divertente. Ed un sano, stimolante, intrigante passatempo.
Ciao!
Non è da tutti raccontarsi interiormente con la scrittura. Tu ci riesci benissimo.
...a me lo dici! Ammiro molto chi ha il coraggio di lasciarsi andare e tu hai la capacità di saperlo fare con le lettere. Sono rimasta ammagliata da come scriveva "Furio" e sai dove siamo arrivati...........
P.S. Venerdì la bicchierata la faremo eccome!!!
Ciao Oliver...
e' bello scrivere le proprie emozioni e leggere emozioni di amici .. io tramite blog e social ho conosciuto persone fantastiche
p.s a quando una bevuta in compagnia????
quando ho letto la frase"...a stomaco chiuso..." visti i tuoi continui post culinari ho controllato la foto pensavo di essere a casa di un altro!Sullo scrivere terapeutico non sò..io in verità adoro i temi fin da bambino anche se la grammatica la ignoro e spesso canno tempi avverbi etc..
In certi aspetti mi riconosco,come nel piacere di poter apprezzare cose con una maturità differente o il fatto che scrivere quèllo che viene da dentro e non un argomento scelto da altri è decisamente più stimolante...
..poi il blog mi ha permesso pure di incontrare ottime persone con le quali è bello passare del tempo..non era una necessità ma sono felice sia successo.. ;)
Master, non c'è bisogno di giudizi, ma ci sono scoperte impreviste che fanno piacere
Emiliano, la corsa è il filo conduttore, il resto è diverso per ognuno. La tazzina di caffè si, per la barba devo fare un trapianto...
Pimpe, vero, a volte è più facile esporsi senza avere una controparte davanti, ma anche il coraggio di farlo a voce è importante. Una bicchierata ce la organizziamo appena sverna... il libro mi manca, lo motto in coda con "Qualcuno volò sul nido del cuculo", altrettanto bello dicono
Corradito, le motivazioni sono le più disparate, se ci si sta bene sono valide, a prescindere
Hal, sottoscrivo
Luca, grazie
Patti, Furio aveva colpito molto anche me, alcune cose trasudano tra le righe, non te le puoi inventare. A venerdì!
Frank, ciao Frank, piacere di averti conosciuto
lello, i social già mi attirano di meno, troppo pieni di cazzate e impersonali, ma hanno la loro utilità, Per la bicchierata proviamoci, anche se siamo un po' sparsi.
Ari, quando ho lo stomaco chiuso cerco di bere qualcosa di buono, birra o vino, che mi rimette in pace e apre lo stomaco, poi viene il cibo, buono... per la scrittura boh, gli approcci sono estremamente personali, io faticavo a scrivere, tanto, non so cosa sia successo, ma a volte la funzione terapeutica è tangibile in me.
Insane, è così, esattamente come hai scritto. Anche se un po' mi spiace, ora, non aver apprezzato alcune cose della scuola, ci sono professori in grado di darti tanto ma devi volerlo cogliere. Però, forse è normale così...
Oliver, anche se approdo ora al tuo blog, condivido pienamente il tuo pensiero, il percorso, le riflessioni.
Come te, anch'io ho iniziato da pochi mesi a mettere per iscritto i pensieri, a lasciarli volar via perchè mi liberino dal tempo e dallo spazio, nelle cose più profonde...
Ciao,
Mariano
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